“Dobbiamo vincere per i tifosi”, così carica la piazza Rafa; “possiamo vincere in qualsiasi istante”, rincalza Pepe Reina. “Anche noi possiamo vincere in un istante, abbiamo segnato tre gol” replica seccato Garcia. All’insegna della diatriba mediatica, delle battutine al veleno, degne, solo in germe, della forza comunicativa del duo Mourinho-Guardiola, si infiamma il pre Napoli-Roma, semifinale di ritorno di Coppa Italia. Ma Napoli-Roma è, in primis, un incontro di calcio, merito della mentalità “a trazione anteriore” dei due tecnici. Dunque, archiviando il divertente gioco mediatico, due battute le merita anche il campo. Il focus è principalmente sulla Roma, si chiuderà puntando al pareggio o se la giocherà a viso aperto? Sembra un po’ anacronistico pensare che Garcia, già dal primo minuto, pensi alla fase difensiva, al possesso palla, puntando solo alle ripartenze della “freccia nera” Gervinho. La filosofia del tecnico giallorosso è “la miglior difesa è l’attacco” e, per di più, agli azzurri basta anche una vittoria di misura. Stanti tali premesse, è più logico pensare ad una Roma che, dal primo minuto, provi ad imporre il suo gioco roboante, perché un gol subito sarebbe “manna dal cielo”, oltre ad essere nel DNA dei giallorossi. Inoltre Garcia, dà l’idea di essere un classico allenatore integralista, difficilmente cambia il suo credo tattico. Come proverà ad imporsi alla corte di Benitez? Non divagando molto con la fantasia, vedremo i cambi di fascia di Gervinho, le sovrapposizioni in attacco di Maicon-Torosidis, la solidità in mediana della coppia De Rossi-Strootman, l’uno pronto ad abbassarsi davanti alla difesa, l’altro abile ad inserirsi per vie centrali e a sferrare colpi da maestro. A ciò si può facilmente aggiungere l’estro e la precisione di Pjanic e l’incisività di Ljaijic, senza sottovalutare la voglia di rivalsa e di Nazionale di Destro. Rafa, dal canto suo, sa che segnare al più presto sarebbe il modo giusto per destabilizzare l’avversario, la contromisura per qualche eventuale errore dei suoi in fase difensiva e la via giusta per chiudere la partita. Spazio quindi alla velocità, all’acume tattico e al piede, in primis, di Mertens, il più in forma, poi di Callejón ed Insigne. Gli esterni azzurri sono chiamati ad un doppio lavoro, non solo propositività, ma anche rientro e raddoppio, a sostegno di Maggio e Ghoulam, per controbattere la troppa velocità degli esterni giallorossi. Jorginho è pronto a valorizzare al massimo le sue doti in fase di impostazione, Inler ad accompagnarlo nell’azione. Da Albiol e Fernandez non ci si può che aspettare massima concentrazione, da Higuain che sia semplicemente Higuain, la sua tecnica è sopraffina e ,se fa anche da sponda ai compagni, è decisivo. A chiosa finale Marek Hamsik, un giocatore in crescendo dopo un lungo infortunio che, tra le linee, può fare la differenza e centrare, in qualsiasi momento, la giocata vincente. Uomo in più il San Paolo, previsto sold out e sostegno incessante agli azzurri, come solo il tifoso partenopeo sa fare. Occhio solo ai quattro diffidati “di peso”: Albiol, Higuain, Jorginho ed Inler. La sensazione è che, quando a fare da protagonista è il calcio, comunque vada, sarà spettacolo.