Napoli, Rosa Andolfi morta a 29 anni dopo il parto: “Medici potevano salvarla”

Poteva essere salvata Rosa Andolfi, la mamma di 29 anni morta nell’ospedale Villa Betania di Ponticelli, dopo aver dato alla luce il suo secondo figlio. A scriverlo, nero su bianco, sono due consulenti nonimnati dal giudice Fiammetta Lo Binaco che nella loro perizia rettificano le conclusioni a cui giunsero i periti degli inquirenti.

Napoli, Rosa Andolfi morta a 29 anni dopo il parto: “Medici potevano salvarla”

La donna perse la vita nella notte tra il 19 e 20 febbraio, cinque ore dopo aver partorito. Subito dopo il decesso, la struttura ospedaliera diffuse un comunicato nel quale si faceva riferimento ad un quadro clinico giudicato estremamente complesso dai sanitari. Nella nota il direttore sanitario Antonio Sciambra specificò che Rosa Andolfi era affetta “due patologie congenite differenti e una patologia respiratoria cronica”. Secondo i familiari, i sanitari “erano a conoscenza dei problemi respiratori della loro paziente”, ciononostante decisero – sostenne la famiglia della vittima, due anni fa, tramite i loro legali – di “farla partorire con un cesareo”.

I parenti di Rosa Andinolfi, attaverso gli avvocati Amedeo Di Pietro e Alessandro Milo, adesso chiedono la riapertura delle indagini e annunciano di voler denunciare i consulenti della Procura. “Quanto emerso è gravissimo: nei prossimi giorni la famiglia depositerà una denuncia nei confronti dei consulenti medici”, fanno sapere i legali che, grazie a delle loro indagini difensive, riuscirono anche a scoprire che quella tragica notte in servizio c’era anche un medico rianimatore radiato dall’albo nel 2015.

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