Sono state ritrovate le scarpe griffate da 1000 euro che avrebbero scatenato la lite agli chalet di Mergellina in cui ha perso la vita Francesco Pio Maimone. A rivelare la svolta nell’inchiesta è Il Mattino.
Napoli, ritrovate le scarpe di Valda da 1000 euro: bruciate e chiuse in un sacco
Sono le scarpe Gucci. Quelle da 1000 euro. Quelle costose. Quelle che hanno spinto Francesco Pio Valda a estrarre una pistola dopo che qualcuno gliel’ha imprudentemente sporcate. Sono state trovate in un sacco di rifiuti, ridotte in cenere, in una discarica a cielo aperto situata in una strada secondaria tra Barra e Ponticelli. A indirizzare gli investigatori una soffiata fatta con una telefonata che rischia ora di aggravare la posizione del presunto killer di Pio Maimone.
Si tratta di un elemento in più che conferma la volontà del killer di cancellare le tracce di quella sera e di rimuovere eventuali riscontri o prove dell’accaduto. In questo caso l’oggetto che ha provocato la lite furibonda al termine della quale sono stati esplosi dei colpi di pistola, uno dei quali ha raggiunto un innocente, in quel momento seduto a mangiare delle noccioline con gli amici.
Era la notte del 20 marzo quando partì la lite agli chalet. Valda si sarebbe rivolto bruscamente a un giovane della sua età, colpevole di avergli sporcato le calzature: «Costano mille euro, sono di marca», scatenando una risposta che ha fatto da innesco al litigio: «Te ne compro dieci…», avrebbe risposto l’interlocutore. Una circostanza confermata da tutti i testimoni ascoltati dopo il delitto, nel corso delle indagini condotte dai pm Antonella Fratello e Claudio Onorati, sotto il coordinamento della stessa procuratrice Rosa Volpe.
Una telefonata anonima
Ma oltre alle scarpe manca un altro tassello di quel delitto. La pistola usata da Valda. Non è stata ritrovata. A spingere invece gli agenti di polizia nella discarica dove sarebbero state bruciate le scarpe di Valda è stata una telefonata anonima, fatta da qualcuno che aveva interesse ad aggravare le condizioni del ventenne indagato. Non si sa chi sia e perché lo abbia fatto. Gli investigatori non escludono dinamiche interne al clan e alla criminalità organizzata che stanno usando questa inchiesta per spostare gli equilibri delle cosche dell’area est di Napoli.