Napoli, “Ugo ucciso di spalle mentre scappava”: la versione dell’amico che l’ha visto morire

A smentire la ricostruzione fornita dal carabiniere che ha ucciso Ugo Russo c’è il complice del giovane, il 17enne dei Quartieri Spagnoli ora indagato. Secondo il ragazzo, il militare non si sarebbe qualiticato e prima di sparare avrebbe finto di consegnare l’orologio al suo rapinatore.

Napoli, Ugo Russo ucciso: “Carabiniere non si è qualificato”

Sarebbero quattro i colpi d’arma da fuoco – e non due – quelli esplosi dal carabiniere 23enne nel corso del tentativo di rapina avvenuto in via Orsini. I punti oscuri sono diversi, dunque. Su questa dinamica convulsa si concentrano gli sforzi investigativi della Procura di Napoli guidata da Giovanni Melillo. Attualmente il militare è indagato per eccesso colposo di legittima difesa e il 17enne destinatario di un decreto di fermo di indiziato di delitto dalla Procura per i Minorenni di Napoli per tentata rapina.

Le differenze tra le due versioni: “Ha sparato mentre Ugo scappava”

Il carabiniere ha riferito che sarebbe stato vittima di un tentativo di rapina. I due giovani rapinatori, col volto travisato da uno scalda collo e armati di una pistola finta, avrebbero intimato al 23enne di consegnare il Rolex che portava al polso. Il militare avrebbe reagito, si sarebbe qualificato e poi avrebbe esploso due colpi che hanno raggiunto Ugo al petto e alla testa. Il complice di Ugo, invece, scappato subito dopo la sparatoria, fornisce una versione differente.

Il ragazzo avrebbe spiegato che il militare 23enne non si sarebbe qualificato prima di sparare. Il carabiniere, che era fuori servizio e in auto insieme a una ragazza, dopo aver visto l’arma – poi rivelatasi giocattolo – puntata alla testa, avrebbe finto di dare l’orologio per poi estrarre la pistola di ordinanza e fare fuoco. A riportare questa versione è Fanpage.it,  ma differenza ancora più importante è che i colpi esplosi sarebbero stati quattro e non due, come ipotizzato in un primo momento.

E’ questo un punto cruciale che potrebbe comportare una svolta nella posizione del carabiniere. Avrebbe infatti sparato le prime due volte alla parte anteriore del torace del ragazzo, all’altezza delle spalle, e successivamente, mentre Ugo tentava la fuga, un terzo proiettile, che avrebbe trapassato il casco colpendolo dietro la nuca (nella regione occipitale). L’ultimo invece avrebbe mancato il suo amico che, distante, sarebbe scappato.

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