Napoli, usura ed estorsione: colpo al clan Lo Russo. Tre arresti della Guardia di Finanza

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Colpo al clan “Lo Russo”, storico gruppo criminale operante a Napoli e nei quartieri limitrofi: i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, insieme al personale del Nucleo Investigativo Centrale di Roma della Polizia Penitenziaria e con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Tre persone, legate al sodalizio criminale, sono state colpite da misure cautelari: due in custodia cautelare in carcere e una agli arresti domiciliari, con accuse che spaziano dall’associazione armata di stampo mafioso al riciclaggio, all’usura aggravata dal metodo mafioso, fino alla frode fiscale.

Ruolo del clan e attività illecite: gli ordini di Oscar Pecorelli

 

L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha svelato come un affiliato di spicco del clan “Lo Russo”, Oscar Pecorelli, detto “o malomm”, operante nei quartieri Miano, Piscinola, Marianella, Chiaiano e Don Guanella, nonostante fosse detenuto dal 2010 per omicidio premeditato, continuasse a ricoprire un ruolo di comando all’interno del sodalizio.

Attraverso cellulari clandestini, comunicazioni via WhatsApp e email, nonché con il supporto della moglie e del figlio, l’indagato avrebbe diretto operazioni di riciclaggio e usura, impartendo ordini per riscuotere i proventi delle attività estorsive. Il clan, grazie a ingenti somme di denaro contante, avrebbe concesso prestiti a tassi usurari con minacce e intimidazioni, investendo i proventi in beni di lusso, tra cui orologi di grande valore acquistati anche all’estero, come a Dubai, mediante pagamenti in criptovaluta.

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Operazioni di frode fiscale e sequestri

 

I familiari del principale indagato avrebbero intestato fittiziamente immobili e imprese a soggetti compiacenti, con l’obiettivo di eludere misure patrimoniali preventive e frodare il fisco. Attraverso l’uso di false fatture, il valore della frode è stato stimato in circa 10 milioni di euro. Nel giugno 2024, erano già stati sequestrati beni per oltre 8 milioni di euro, tra cui 8 immobili, 12 terreni, 5 complessi aziendali, 2 autovetture, 1 ciclomotore, 20 orologi di lusso, 90 rapporti finanziari e circa 400 mila euro in contanti.

Indagini e sviluppi

 

Il provvedimento eseguito oggi si inserisce nella fase preliminare delle indagini e resta soggetto a eventuali impugnazioni. Intanto, sono in corso perquisizioni nelle province di Napoli e Caserta e in altre località italiane. Per altri tre indagati, il G.I.P. deciderà dopo gli interrogatori di garanzia.

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