Per poche centinaia di euro fanno saltare in aria negozi di ogni genere. Il messaggio è chiaro: dateci i soldi oppure è peggio per voi. Il sistema delle bombe escogitato negli ultimi mesi in provincia di Napoli dice questo e tanto altro. Da Afragola a Giugliano. Fino alla tentata estorsione nei confronti di un imprenditore (che ha avuto il coraggio di denunciare) in un cantiere a Casalnuovo avvenuta qualche giorno fa. Il dado è tratto. I clan hanno fame e devono far fronte all’emorragia delle proprie casse. Il racket natalizio non perdona nessuno. Piccoli e medi imprenditori. Onesti artigiani.
Il racket di Natale fra i debiti della camorra
Le organizzazioni camorristiche non aspettano altro: nel buio del silenzio avanzano estorsioni. Pretendono soldi. Soldi e ancora soldi. Del resto anche loro, come si sente spesso dire, devono “farsi Natale”. E ci provano in tutti i modi. Ma com’è possibile tutto questo? Dove sta andando a sbattere la camorra? Attraverso quali principi si ricicla per darsi un tono? E soprattutto, quali sono i (nuovi) motivi del “pizzo”? Proviamo a formulare alcuni scenari. Capitolo pandemia. Le formazioni criminali che gestiscono lo spaccio di droga (escluse le holding mafiose di alto livello) hanno avuto non poche difficoltà nel controllo delle piazze di spaccio. Il Covid ha ridimensionato il commercio di cocaina. Sostanzialmente durante il lockdown è stato quasi impossibile garantire la produzione delle piazze nel deserto delle città. Senza gente in strada per le forze dell’ordine sarebbe stato facilissimo catturare capipiazza o pusher a domicilio. Il che ha prodotto, oltre al blocco della mera attività di spaccio, danni incalcolabili alle casse del sistema. Le famiglie con parenti in carcere hanno subito un ridimensionamento drastico dei sostentamenti economici inviati dal clan di riferimento. E di conseguenza le cosche hanno ridotto i propri fatturati.
Da qui passiamo ad un fattore altrettanto fondamentale. Il carisma criminale. Molti capi storici della camorra sono finiti in carcere o morti ammazzati. A queste “decapitazioni” la criminalità organizzata è stata incapace di rigenerarsi attraverso nuovi boss. Nell’attuale panorama criminale non esistono nuovi Schiavone, nuovi Di Lauro e così via. In altre parole non emergono nuovi capi che raccolgano la pesante eredità dei propri padrini di camorra. E di conseguenza, dinanzi all’abbassamento dello spessore malavitoso, i nuovi rampolli non sanno come produrre gli ingenti guadagni del passato. In altre parole l’assenza di “talento di camorra” misto ai problemi finanziari provocano il ritorno del racket come forma di affare più facile da perseguire. Del resto il codice resta quello di sempre. Fai pressione all’imprenditore. Lo minacci. E lui, impaurito da qualche ritorsione, cede al ricatto mortale e sborsa soldi. Punto. Senza tante strategie. Senza tante cerimonie. Legittimando la camorra di basso rango nel futuro dei tempi.
A cura di Sossio Barra