“Lo presi io al Real Madrid quando non aveva ancora venti anni, mi piacque subito. Vidi delle cassette, mi interessò immediatamente perché si muoveva molto e partecipava sempre all’azione. Higuain non è un attaccante che resta fermo in area avversaria in attesa del pallone. Appena arrivò a Madrid si mise subito a disposizione del gruppo, lavorava tantissimo per migliorare tecnicamente. Ha sempre dimostrato fiuto del goal e grande determinazione, è un calciatore importante” queste parole, che non sono dell’ultimo allenatore che vi viene in mente, qualcuno esonerato 16 volte o qualcuno che ha allenato nella terza categoria, sono bensì di uno dei più grandi tecnici che questo pianeta abbia mai sfornato, Fabio Capello, uno che ha visto passare tra le proprie mani gente come Francesco Totti, Ruud Van Nisterlooy, Marco Van Basten, David Trezeguet o Wayne Rooney, uno che insomma ne capisce abbastanza.
A Napoli, ogni volta che passa un grande attaccante, e solo Cavani può reggere il confronto, torna immediatamente alla mente il nome di Careca. Domenica dopo quella bomba ancor di più. Quel siluro ha spedito il Napoli in zona Champions, che è la zona Higuain, perché una Champions League senza Higuain fa perdere credibilità a tutto il movimento sportivo. Un po’ come il mondiale senza Ibra, ed Ibra fu chiarissimo a riguardo . La differenza ad alti livelli la fa sempre il campione ed in Serie A non c’è nessuno come lui, nessuno così bravo tecnicamente, nessuno così arrabbiato con tutto il mondo, nessuno così profondamente punk, che tira fuori quella garra che serve per andare avanti e costruire successi.
Gonzalo fino a 2 anni fa giocava con Cristiano Ronaldo, con Mesut Ozil, con Xabi Alonso e con Casillas. Oggi, con tutto il rispetto, si ritrova in un palcoscenico molto ma molto più ristretto e quindi l’abbattimento ci può stare perché lui sa di poter danzare con i più grandi campioni del mondo solo che è palese il fatto che non lo seguano i compagni. Certo, i suoi mugugni non aiutano la squadra, ma la squadra dovrebbe aiutare lui in certi casi.
Non si tocca Higuain. L’agente d’altronde lo ha ribadito, anche se non a tutti è arrivata la voce. Le persone sentono ciò che vogliono sentire in fondo. 15 i gol realizzati finora tra campionato (10 in 12 partite), Champions (1), Europa League (2) e Supercoppa (2), 9 in meno di quelli realizzati complessivamente nella stagione precedente, che quindi obbligano Gonzalo a migliorarsi. I suoi gol devono conquistare l’Europa, perché quella è casa sua, un pesce troppo grande per questo stagno chiamato Italia, uno squalo che deve ghermire la preda, sezionarla, in maniera rapida ed inesorabile. Domenica ha mangiato la mano di Berisha, che è rimasto a terra dolorante a toccarsi l’arto, nelle prossime settimane toccherà ad altri portieri, toccherà ad altri difensori, perché lui è così.
Nessuno vuole illudere i tifosi, nessuno sta dicendo che resterà sicuramente ma diavolo. Fatecelo godere fino all’ultimo secondo. Nessuno tocchi Gonzalo Higuain.