Don Michele Barone, il sacerdote di Casapesenna, finito al centro di un polverone giudiziario con le accuse di abusi sessuali e maltrattamenti su minori, aveva adepti e seguaci anche in Irlanda e in Inghilterra, dai quali accettava soldi per intercedere con la Madonna ed ottenere grazie. Questo emerge dall’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere.
E i fedeli d’oltremanica lo descrivono come un santo, un benefattore. Le lettere che riceveva erano tantissime e i fedeli che volevano incontrarlo ancora di più, tanto che non riusciva ad incontrarli tutti, ma accettava denaro e richieste per iscritto. A chi gli domandava cosa ne facesse di quel denaro rispondeva che era per la “Casetta di Nazareth”. Nei verbali si legge che una volta il denaro era talmente tanto che una donna che Barone conosceva da tempo glieli cambiò in banconote da 500 euro. La ragazza si stupì e cominciò appunto a chiedersi come mai il sacerdote avesse tanto denaro.
l nuovo filo intessuto dagli investigatori porta alla chiesa di Clarinbridge, dove c’era una nutrita comunità di adepti di don Michele, l’esorcista abusivo che per anni è riuscito a nascondere al suo vescovo le preghiere di benedizione che si tenevano a pochi chilometri da Aversa. Le testimonianze saranno ascoltate nel dibattimento che partirà tra tre settimane, così come anche una donna irlandese sarà ascoltata in aula.
Intanto la Casetta di Nazareth, fondazione che affianca il tempio di Casapesenna, si ritrova al centro di due indagini. Anche la Diocesi di Aversa si è resa conto che in quella comunità qualcosa non torna. Troppi soldi e poca trasparenza. Situazioni ambigue al punto che anche le monache che si aggirano in zona, a quanto pare, non sono tali.