Forse Pamela Mastroprietro sarebbe stata stuprata. E a dare manforte all’ipotesi formulata dagli inquirenti, alcuni dettagli raccapriccianti che sarebbero emersi a seguito delle indagini sul suo omcidio: tracce di candeggina rinvenuto sul cadavere smembrato della 18enne romana.
L’omicida, originario della Nigeria, sarebbe andato con un amico connazionale a comprare 10 litri di candeggina in un negozio di prodotti per la casa per spargerla sul cadavere che aveva già smembrato in venti pezzi e cancellare così le prove. Anche la casa ed il terrazzo sarebbe stato pulito dal sangue della 18enne.
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Perché Oseghale lo abbia fatto resta ancora un mistero. Intanto gli inquirenti escludono che si tratti di rito voodoo e cannibalismo rituale di cui si era parlato. L’ipotesi più plausibile è che l’uomo abbia voluto cancellare le tracce di uno stupro, anche se fino ad ora l’autopsia non ha mai dato alcuna conferma circa le cause del decesso, eccetto per omicidio o overdose.
Un orrore senza precedenti: sul corpo di Pamela ci sono segni di mutilazioni, di coltellate al fegato e all’addome. Il braccio destro, invece, presenterebbe segni di un’iniezione. Forse l’ultima dose di droga. Oseghale, è attualmente rinchiuso nel carcere di Montacuto ad Ancona – dove nelle ultime ore è giunto anche Luca Traini, responsabile dell’attentato fascista a Macerata di ieri – ed è accusato dei reati di omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere.