Omicidio Ponticelli, venti di faida tra i clan per il controllo della droga

Potrebbe essere il frutto di una vendetta trasversale l’uccisione di Emanuele Pietro Montefusco, venditore ambulante di 48 anni ucciso nella mattinata di ieri, martedì 8 luglio, in via Argine, nel quartiere di Ponticelli.

Omicidio in via Argine, ipotesi vendetta trasversale

L’uomo, che si occupava della vendita di rotoli di carta, era sul ciglio della strada vicino al suo bancale quando, intorno alle ore 10, è stato raggiunto dai sicari che lo hanno freddato con diversi colpi di pistola. Nulla da fare per Montefusco che è deceduto sul colpo.

L’omicidio del 48enne potrebbe essere il segnale di una ripresa della faida tra i clan del quartiere orientale per il controllo della vendita di sostanze stupefacenti. Da una parte ci sono i De Micco-De Martino, dall’altra i De Luca Bossa-Minichini-Casella.

Emanuele Pietro, ex pusher, anche se non era un personaggio di spicco, orbitava negli ambienti dei De Luca Bossa ed era il fratello di Salvatore Montefusco, detto “Zamberletto”, ex affiliato al clan Sarno poi confluito nella fazione dissidente (i De Luca Bossa). L’agguato di via Argine potrebbe essere anche la risposta a un altro raid fallito che risale allo scorso marzo, un agguato mancato che sfociò in un violento incidente stradale dove rimasero gravemente feriti due uomini.

Le indagini

La pista principale seguita dagli inquirenti è quella camorristica. Anche se le indagini vanno avanti senza tralasciare alcuna ipotesi per ricostruire l’esatta dinamica dell’omicidio, ma soprattutto il movente.

Le parole del prefetto di Napoli, Michele di Bari

“Un episodio delittuoso che desta preoccupazione e provoca un ulteriore impulso ad assumere iniziative mirate per contrastare una logica criminale distante dal comune sentire della popolazione napoletana, impegnata per la crescita e lo sviluppo della città”. Così il prefetto di Napoli, Michele di Bari, sull’omicidio nella zona orientale della città. Il prefetto ha sottolineato che “le forze dell’ordine stanno attuando la massima vigilanza e riservano particolare attenzione alle indagini volte all’individuazione dei responsabili, cui la magistratura e le forze di polizia sono fortemente impegnate”. Il prefetto assicura che “c’è la piena consapevolezza che per tali dinamiche criminali sia profuso il massimo impegno anche sul piano della prevenzione”. La vicenda sarà esaminata in occasione del prossimo Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

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