La scena che si è presentata sotto gli occhi dei soccorritori, al piano superiore di una palazzina a Cardito, dove è stato ucciso il piccolo Giuseppe, era agghiacciante. Il bimbo era steso sul divano, come se stesse dormendo. Era probabilmente già morto da diverse ore. I sanitari del 118 hanno cercato di rianimarlo, inutilmente. Per trenta minuti o più, ma il minore era già in arresto cardiaco.
«Aveva i segni di percosse soprattutto sul volto e sul cranio. La testa era fracassata», spiega al Mattino Vincenzo de Maio, medico del 118 pronto a non lasciare nulla di intentato nell’appartamento che gli altri operatori sanitari definiscono da «terzo mondo». All’inizio l’uomo a telefono aveva parlato di una caduta dalle scale, ma quando gli uomini del pronto intervento sono giunti nell’abitazione, hanno notato che anche la bimba di 8 anni, Noemi, la sorellina di Giuseppe, aveva il volto tumefatto per le botte. L‘altra bimba, di 4, la più piccola, si trovava in braccio alla madre, Valentina Caso. Era illesa. Senza ferite. «Tutti erano spaventati, li abbiamo fatti allontanare in un’altra stanza per procedere, anche se era chiaro che sarebbe stato inutile», aggiunge De Maio.
Secondo quanto raccontato poi dalla stessa Noemi, in preda a un raptus di follia, il 24enne di origini tunisine, al culmine di una discussione, si sarebbe accanito con violenza sui due bimbi. Avrebbe colpito con una mazza di scopa ripetutamente Giuseppe e Noemi. Tante volte, ripetutamente. Colpi secchi sulla testa e sul colpo. Si sarebbe accanito sui due corpicini indifesi senza curarsi delle grida di dolore e del pianto dei bambini. Finché Giuseppe, esanime a terra, sanguinante, non ha smesso di urlare finendo in arresto cardiaco per le gravi ferite riportate.
Un orrore che alcuni psicologi riconducono alla “sindrome del padre adottivo”, una patologia che spinge un uomo a non accettare l’idea di avere in casa bimbi che non sono suoi. Ma soltanto l’eventuale perizia psichiatrica su Tony Sessoubti Badre potrà aiutare a fare luce sulle motivazioni di questa tragedia.