Orta di Atella, il patto della vergogna: un’intera città venduta alla camorra

Nuovi guai giudiziari per l’ex primo cittadino di Orta di Atella, Angelo Brancaccio. Questa volta l’accusa è di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Una carriera politica che lo ha portato a ricoprire per tre volte la carica di sindaco e ad essere eletto anche come consigliere regionale, fino all’appellativo di “mister 80%”, perché in una tornata elettorale riuscì a varcare proprio quella soglia. Nel 2007 scese di nuovo in campo nonostante i guai giudiziari, dopo vari passaggi da destra a sinistra. Nel 2001 vinse con l’88, 95 % delle preferenze. Nel 2010 con il 44, 31 % delle preferenze.

Già nel 2015 aveva avuto problemi con la legge, quando fu arrestato, insieme all’ex sindaco di Gricignano Andrea Lettieri e all’imprenditore Sergio Orsi, fratello di Michele, ucciso dall’ala stragista del clan dei Casalesi, capeggiata da Giuseppe Setola. Nel marzo del 2015 aveva ottenuto gli arresti domiciliari e poi un ulteriore riduzione della pena restrittiva con il divieto di dimora nella sua città. Solo nel febbraio di quest’anno era tornato nel comune atellano.

Stamattina il nuovo arresto, con l’accusa di aver avuto rapporti con il clan Russo – Schiavone e con i Mallardo di Giugliano in occasione delle elezioni amministrative. In cambio di voti avrebbe garantito la speculazione edilizia sul suo territorio, rilasciando permessi illegittimi, in assenza del piano urbanistico approvato, con una esponenziale crescita delle abitazioni e della popolazione.

Un comune cresciuto a dismisura, quello di Orta, dal 2001 al 2011 passato da 13mila a 24mila abitanti. Un afflusso abnorme realizzato proprio grazie al “mattone selvaggio”. Si calcola che circa l’80 % degli insediamenti abitativi degli ultimi anni siano stati realizzati da società riconducibili al clan Mallardo di Giugliano.

 

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