«Mi candidai per cambiare una mentalità diffusa da queste parti, la strumentalizzazione ad uso malevolo e personalistico a danno dei reali interessi della città. Un obiettivo che alla luce di tutto questo sono sempre più convinto di dover perseguire» così il consigliere Michele Palladino risponde alle ennesime rivendicazioni da parte del Pd e di Sel, partiti che oggi richiedono le sue dimissioni.
«E’ del tutto chiara la strumentalizzazione che invano tentano di mettere in campo alcuni esponenti di Sel e del Pd – continua Palladino – La verità è che temono che gli elettori stiano finalmente osservando la differenza tra anni di lotte al potere personale e il mio costante sostegno, sempre vicino alle esigenze della città. Lo confermano le proposte serie in Consiglio Comunale di cui sono fautore, tutte documentate e votate all’unanimità dal Consiglio per evidente utilità pubblica, e la mia estraneità ai pettegolezzi che, purtroppo per i cittadini, sono sempre stati l’unica linfa della politica a Marano. Non ho formalizzato nessun passaggio a nuovo schieramento ed il mio posto è fino alla fine tra i banchi dell’opposizione: la maggioranza ha un progetto diverso dal mio e il mandato affidatomi dagli elettori mi impone la responsabilità di sostenere i giusti interventi e vigilare sulle eventuali illegalità, abusi e sprechi di denaro pubblico».
Perdite di tempo inutili, dunque, afferma Palladino, e volte a screditare solo la dignità di chi ha realmente in mente progetti politici e amministrativi per una città a misura del cittadino e, a questo punto va detto, pronta allo sviluppo territoriale libera dalle zavorre di questa inconcludente politica.
« E’ del tutto inoltre evidente che l’abitudine al pettegolezzo e al trasformismo politico appartenga proprio a qualcuno che oggi infanga il mio nome e invoca le mie dimissioni.
Con dati in mio possesso, verificabili in ogni momento e inoppugnabili, ricordo ad alcuni esponenti del Partito Democratico che buona parte della nostra sconfitta elettorale è attribuibile alla loro scelta di voto disgiunto. Proprio molti del Pd condannarono il nostro progetto sostenendo i soli consiglieri del loro partito e disgiuntamente un altro candidato sindaco, guarda caso in larga percentuale quello del centro destra.
Puerile e facilmente criticabile ora l’accusa di tradimento alla condivisione del nostro progetto iniziale, su basi, tra l’altro, false e su una incapacità di confronto che trovo deprimente.
Auguro inoltre – conclude Palladino – che tutti abbandonino finalmente questi vani tentativi di screditarmi ad ogni costo dimostrando maturità politica e tornando, se mai ne hanno avuto interesse, a fare proposte concrete per la città. Con questi auguri e con questa precisazione, doverosa per il rispetto dei miei concittadini, chiudo la questione e non intendo proseguire in questo sterile rincorrersi dei pettegolezzi.»