Ricostruite grazie ai risultati dell’autopsia le modalità agghiaccianti con cui Innocent Oseghale ha fatto a pezzi Pamela Mastropietro. È stato lui a smembrare il corpo della 18enne “in vari pezzi con grossi strumenti da taglio”. E lo avrebbe fatto con l’aiuto di un complice, col quale avrebbe poi dissanguato il corpo e ripulito con una sostanza a base di cloro.
Così come riportato da Il Tempo in anteprima, alla 18enne è stata tagliata la testa, poi i “macellai” si sono concentrati sul torace, asportando le mammelle, il bacino e poi il monte di venere. Quindi sono passati agli arti (brccia e gambe). Alcune sezioni del cadavere, come il collo e una parte dell’organo sessuale non si trovano più e non sono stati rinvenuti nelle valigie.
Il dossier dell’autopsia è adesso nelle mani del GIP Giovanni Manzoni, che ha convalidato il fermo di Innocent Oseghale. Resta però nell’ombra il movente: perché la povera Pamela è stata uccisa? Nel corpo sono state ritrovate tracce da “intossicazione acuta da xenobiotici per viaendovenosa”. Vale a dire un’overdose.
Questo confermerebbe l’ipotesi di una mutilazione post-mortem. Per la Procura, invece, Pamela sarebbe stata uccisa dal nigeriano a colpi di mannaia. Difficile accertare la verità, visto che lo smembramento non ha permesso di quantificare l’entità dell’emorragia derivante “da una ferita da punta da taglio riscontrata nella parte bassa dell’addome”.