Pantani, la rivelazione del boss La Torre: “L’Alleanza di Secondigliano l’ha fatto fuori dal Giro”

Dietro l’esclusione di Marco Pantani per doping dal Giro d’Italia del ’99 ci sarebbe la mano dell’Alleanza di Secondigliano. A rivelarlo fu la deposizione di Augusto La Torre, un esponente di alto livello della malavita casertana, tutt’ora in carcere, che adombrò il coinvolgimento della malavita nel caso Pantani. Le sue dichiarazioni determinarono la riapertura del caso (poi archiviato nel 2017).

Pantani, rivelazione choc del boss La Torre: “L’Alleanza di Secondigliano l’ha fatto fuori dal Giro”

“Ricordo molto bene che nell’anno 1999 ho avuto modo di parlare con tre capi clan, in tempi diversi – disse La Torre in una deposizione rilasciata ai Carabinieri della Procura di Forlì – Non ricordo le date, ma ricordo bene che gli stessi mi dissero che l’esclusione di Marco Pantani era stata voluta da clan operanti su Napoli”.

Da qui la teoria che riscriverebbe la storia del ciclismo italiano: “Conoscendo le amicizie dei suddetti dò per scontato che l’alleanza di Secondigliano possa avere organizzato il tutto. I tre capi clan mi dissero che il banco, se Pantani vinceva, saltava, e la Camorra avrebbe dovuto pagare diversi miliardi in scommesse clandestine”.

Ombre e sospetti

L’Alleanza di Secondigliano è storicamente composta dai clan Mallardo di Giugliano, i Contini e i Licciardi di Napoli. Sono stati loro a decretare la fine della carriera sportiva di Marco Pantani? Chi erano i tre capi clan di cui ha parlato il boss La Torre? Ciccio Mallardo, Eduardo Contini e uno dei fratelli Licciardi? Ombre, dubbi, sospetti. L’ombra della criminalità organizzata napoletana sul caso Pantani si allunga da anni ma senza mai trovare conferme giudiziarie.

La morte

Marco Pantani è morto il 14 febbraio di San Valentino in un albergo di Rimini. Ufficialmente è deceduto per intossicazione acuta da cocaina e psicofarmaci antidepressivi, con conseguente edema polmonare e cerebrale, così come provato dall’autopsia del 2004 e da una successiva perizia medico-legale del 2015. A distanza di vent’anni da quel giorno, la verità sui giorni della fine della sua carriera sportiva che lo fecero precipitare nel vortice della droga e della depressione non è mai venuta a galla.

Ti potrebbe interessare

Torna in alto