Parliamo abbastanza di camorra?

Venerdì sera ho partecipato alla presentazione del libro di Isaia Sales sulla storia della camorra o meglio, delle camorre, a Varcaturo.

Da allora penso la stessa cosa: “Parliamo abbastanza di camorre?”

La mia generazione è stata quella di Gomorra. Siamo stati abituati a vedere la camorra come un intrattenimento televisivo. Il venerdì era la serata Gomorra.

Nei primi anni la serie ha avuto un enorme successo. Ha acceso di nuovo i riflettori sul tema. Poi, come spesso accade, ha determinato l’effetto opposto. L’assuefazione. 

È stata una botta così forte vedere Gomorra che oggi la camorra quasi non fa più notizia. Nell’ultima settimana si è sparato ovunque a Napoli. Miano, Soccavo, Ponticelli.

Abituati come siamo a vedere la camorra di fronte a noi, in uno schermo televisivo, abbiamo perso la capacità di analizzare il fenomeno. Non la guardiamo più dall’alto per capire nei quartieri e nelle città che succede. Perché si amazza. Ci limitiamo ad essere spettatori.

Nei giorni scorsi hanno sparato fuori una scuola ed il giorno dopo alla manifestazione c’erano solo gli studenti. La stessa cosa ad Acerra alla marcia per Don Riboldi. Abbiamo oramai accettato l’idea che la camorra fa parte della nostra società senza più pensare a come sconfiggerla. 

Sales dice che “La camorra deve essere combattuta da chi è pagato per farlo, magistrati e polizia”.

Purtroppo però per anni la lotta alla camorra è stata affidata a pochi coraggiosi, senza mezzi e risorse ed è ancora così.

Perché la camorra fa comodo per tanti motivi: governa determinati quartieri difficili, risolve problemi agli imprenditori più spregiudicati, offre pacchetti di voti ai politici di tutte le forze in campo. È in grado di amministrare territori che non sono amministrati. La vicenda delle case popolari occupate abusivamente è emblematica: la camorra decide a chi assegnare un appartamento. La camorra a Napoli ha creato uno stato nello stato, spiega Sales, con delle sue leggi e delle sue tasse.

Nell’area Nord governa da anni interi territori facendo affari di ogni genere. Tutti gli altri zitti. Dovremmo parlarne di più: perché abituarci all’idea che la camorra non può essere sconfitta è la peggiore eredità che possiamo lasciare ai nostri figli.

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