Pensioni, cambia il calendario dei pagamenti. Aumenti fino a 744 euro annui

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Cambiano le date di pagamento delle pensioni. Addio alll’accredito anticipato. Dal 31 marzo, con la fine dello stato di emergenza Covid, verrà ripristinato il vecchio calendario ante-pandemia. Le pensioni saranno pagate a partire dal primo del mese anche negli uffici postali.

Pensioni, le nuove date dei pagamenti

Dal 1° aprile si tornerà dunque alle vecchie date dei pagamenti. Così sarà – salvo nuovi cambiamenti dovuti al Covid – anche a maggio, giugno e così via. L’Inps non erogherà più i trattamenti pensionistici in forma anticipata come successo dall’inizio del lockdown 2020 e occorrerà aspettare il 1° giorno del mese per ritirare la pensione.

Le categorie coinvolte

Il ritorno al vecchio calendario riguarda tutti i pensionati titolari di un Libretto di Risparmio, di un Conto BancoPosta o di una Postepay Evolution. Per loro l’accredito scatterà in automatico sul proprio conto di riferimento il primo giorno del mese.

I pensionati che invece vogliano ritirare la somma dovuta in contanti, dovranno recarsi allo sportello di uno dei 12800 uffici postali dal venerdì 1 al mercoledì 6 aprile secondo la turnazione alfabetica fissata da ciascun ufficio. E’ questa l’unica “eredità” lasciata dall’emergenza Covid per evitare assembramenti e calche all’esterno degli sportelli.

Ritiro contanti dal Postamat

Altra alterniva al ritiro dei contanti allo sportello dell’ufficio postale è il ritiro presso lo sportello Atm Postamat. Ce ne sono 8mila in tutta Italia, anche in Campania e a Napoli. Di questa opzione possono beneficiare i titolari di carta Postamat, Carta Libretto o di Postepay Evolution.

Aumenti delle pensioni

L’ultima riforma Irpef introdotta dalla Legge di Bilancio ha rimodulato il numero delle aliquote – da 5 a 4 – con una riduzione delle imposte anche sulle pensioni.

  • fascia di reddito fino a 15mila: aliquota resta al 23%,
  • fascia di reddito 15-28mila: aliquota passa dal 27% al 25%,
  • fascia di reddito 28-50mila: aliquota passa dal 38% al 35%,
  • oltre i 50mila: scatta aliquota al 43%.

Chi ha un reddito (o pensione) compreso tra i 15mila e i 55mila euro annui, pagherà il 2% o 3% in meno di imposte rispetto a prima. Non ci sono invece variazioni per chi percepisce redditi fino a 15mila euro o superiori ai 75mila euro. Per loro le aliquote restano invariate.

A chi aumenta la pensione

In sintesi saranno circa 10 milioni d 292 mila i pensionati interessati dai tagli Irpef, con un incremento medio della pensione pari a 211 euro l’anno. A beneficiare maggiormente delle nuove aliquote fiscali saranno i pensioni medio-alti. Per le fasce più basse, invece, l’aumento sull’importo mensile ammonterà a poche decine di euro. Di seguito il dettaglio:

  • fascia di reddito 15-28mila: 4,9 milioni di pensionati, aumento annuo di 167 euro, poco meno di 14 euro al mese
  • fascia di reddito 28-50mila: 2 milioni di pensionati, aumento annuo di 308 euro, pari a 25 euro al mese
  • fascia tra i 50mila e i 55mila: 96mila pensionati, aumento annuo di 744 euro, circa 62 euro al mese
  • fascia tra i 55mila e i 70mila euro: aumento annuo di 495 euro, circa 41,25 al mese
  • fascia oltre i 75mila euro: aumento di 270 euro l’anno, pari a 22,5 euro al mese.

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