Filippo Turetta ha ammesso di aver ucciso Giulia Cecchettin davanti al gip di Venezia Benedetta Vitolo.
Il 21enne, durante l’interrogatorio di questa mattina, si è avvalso della facoltà di non rispondere ed è scoppiato a piangere, ma – come fa sapere il suo avvocato Giovanni Caruso “ha ritenuto doveroso rendere dichiarazioni spontanee con le quali ha sostanzialmente confermato le ammissioni fatte alla polizia tedesca”.
Quelle ammissioni, prima di questa ulteriore conferma, non potevano essere ritenute valide nel sistema giudiziario italiano. Ora invece il processo a carico del giovane potrà tenerne conto.
Turetta, per l’avvocato dei Cecchettin, ha mostrato di essere un molestatore assillante
Turetta potrebbe essere giudicato anche con l’aggravante dello stalking. Questa almeno la richiesta del legale della famiglia Cecchettin Nicodemo Gentile. L’avvocato sostiene che il 21enne ha dimostrato di essere un “molestatore assillante“. “Il suo comportamento, come sta emergendo da più elementi da noi già raccolti, è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono ‘fame di possesso‘ verso la nostra Giulia”. Si tratta, ha chiarito, di “un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia”. E ancora: “Un uso padronale del rapporto che ha spinto Turetta prima a perpetrare reiterate azioni di molestie e controllo, anche tramite chiamate e messaggi incessanti, e poi, in ultimo l’omicidio, al fine di gratificare la sua volontà persecutoria”.