Perché la camorra piace?

La morte di Cutolo, i messaggi di approvazione, i commenti commossi aprono di nuovo il dibattito sulla camorra.

Non c’è alcun dubbio: la malavita dalle nostre parti riscuote consensi. Le ragioni potrebbero essere le più svariate. Le ho riassunte per grandi punti.

Una motivazione è quella storica: la camorra da sempre ha sfruttato la vicenda del brigantaggio a proprio favore incarnando il mito di “robin hood”. Cercando nella contrapposizione Nord – Sud una qualche legittimazione.

C’è poi l’aspetto “filosofico”. Lo stato moderno ha un padre, si chiama Hobbes. Questo signore diceva che l’uomo per paura dell’altro accetta di ubbidire ad un sovrano. La camorra da sempre svolge questa funzione garantendo protezione ai suoi affiliati e a chi le chiede “aiuto”. La gente per questo si rivolge ai camorristi per poi diventarne schiava.

C’è poi un aspetto comunicativo. La camorra sopratutto da Cutolo in poi ha investito enormi energie per coltivare il “consenso”. I boss che regalano giocatoli a Scampia. I boss che aiutano i poveri carcerati. La camorra gioca con la comunicazione sfruttando il suo potere. Non voglio aprire la polemica su Gomorra ma è innegabile che per alcune fasce della popolazione i personaggi della serie sono divenuti dei miti da imitare.

Infine la questione economica. La camorra per molti rappresenta l’unico ascensore sociale. Un bambino cresciuto in una famiglia senza prospettive purtroppo molto spesso pensa che l’unico modo per divenire ricco o qualcuno è quello di fare il camorrista. Da Scampia per arrivare a Posillipo in molti pensano che l’unica strada da percorrere è quella della malavita.
Napoli è una città immobile e la delinquenza per molti rappresenta l’unico modo per prendersi ciò che si vedono negato. Il riscatto economico.

C’è poi un concetto un po’ più complesso che è quello legato al potere. La camorra detiene un grande potere a Napoli. Ed il potere genera ammirazione e rispetto. E’ inutile fare le anime belle. Chiunque ha potere esercita un certo fascino. Molto spesso le storie di questi camorristi sono attraenti. Se non fosse così non ci sarebbero stati tanti libri e film sull’argomento. Non è solo Gomorra. Il Padrino piace a tutti a livello mondiale. Non solo a noi. Il potere è il mezzo di approvazione sociale più forte della storia dalla notte dei tempi. I capi piacciono.

C’è però un punto che unisce tutti questi fattori. E’ lo Stato. La sua assenza, la sua inconsistenza, la sua incapacità di combattere la camorra per anni ha generato tutti i “mostri” descritti fin qui. Lo Stato che nel caso di Cutolo trattava con la camorra. Lo Stato che ha sempre cercato di “gestire” la camorra. Lo Stato che non sa mostrarsi amico, non garantisce sicurezza, non dà speranze ai deboli, non costruisce i propri miti. Non esercita il suo potere.

Nel film di Tornatore “Il Camorrista” per me la scena più bella è sempre stata quella in cui Leo Gullotta alias il Capitano Lo Russo dice a Cutulo: “Chiunque verrà, quello non è lo Stato” e schiaccia lo scarafaggio.

Ogni commento pro camorra è una sconfitta dello Stato. E lo Stato sa bene il perché.

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