Chi è Philip Roth? La biografia e i libri di uno dei più noti e premiati scrittori statunitensi della sua generazione. Considerato non solo tra i più importanti romanzieri ebrei di lingua inglese, ma anche il maggiore narratore statunitense dopo William Faulkner, insieme ad altri autori come David Foster Wallace e Don DeLillo.
Biografia e morte di Philip Roth
Philip Roth, il cui nome per esteso è Philip Milton Roth, è nato a Newark, nel New Jersey, il 19 marzo del 1933. Figlio di immigrati galiziani di origine ebraica. Si è laureato alla Bucknell University ed ha preso il master alla Chicago University in letteratura anglosassone.
Si è dedicato poi brevemente all’insegnamento, tenendo corsi di scrittura creativa e di storia della letteratura alle università di Iowa e a Princeton. Ha poi insegnato letteratura comparata all’Università della Pennsylvania fino al 1991, quando ha deciso di dedicarsi a tempo pieno al solo esercizio della scrittura.
Dopo l’università ha anche prestato servizio militare per due anni. Durante questo periodo ha scritto racconti e recensioni per qualche rivista. Durante gli anni vissuti a Chicago, Roth ha sposato Margaret Martinson, dalla quale si è separato nel 1963. La donna è poi morta in un incidente stradale nel 1968. Tale evento ha segnato parte della sua opera.
Difatti lo scrittore comincia a descrivere nelle sue opere l’esplorazione dell’interiorità di personaggi che hanno perduto qualcuno improvvisamente e ne cercano una ragione o si domandano se ne hanno in qualche modo colpa. Nel 1990 Roth ha sposato in seconde nozze Claire Bloom, un’attrice con cui conviveva da tempo. Ma nel 1994, si è separato anche da lei.
Il 10 novembre 2012, all’età di 79 anni, il romanziere ha annunciato pubblicamente in un’intervista il suo addio alla letteratura, usando questa metafora: “Alla fine della sua vita il pugile Joe Louis disse: – Ho fatto del mio meglio con i mezzi a mia disposizione -. È esattamente quello che direi oggi del mio lavoro. Ho deciso che ho chiuso con la narrativa. Non voglio leggerla, non voglio scriverla, e non voglio nemmeno parlarne“. Poche ore dopo, la notizia è stata confermata dal suo editore Houghton Mifflin.
L’autore ha anche precisato di aver dato istruzioni ai suoi parenti di distruggere il proprio archivio personale quando sarà morto, archivio che potrebbe contenere anche alcuni inediti. Contestualmente, ha abbandonato il proprio appartamento nell’Upper West Side di New York e si è definitivamente trasferito nella fattoria di sua proprietà nel Connecticut. Philip Roth muore a New York il 22 maggio 2018, a 85 anni, a causa di un’insufficienza cardiaca.
Philip Roth: opere e libri
L’esordio narrativo di Philip Roth è segnato dall’opera Addio, Columbus e cinque racconti. Un’opera formata da sei racconti in cui Roth sfodera subito uno stile ironico, coltissimo, imbevuto di suggestioni culturali cui è stato e sarà sempre soggetto. Sin da subito infatti affronta temi come la psicanalisi, il laicismo di matrice ebraica, la satira del contemporaneo.
Ad Addio Columbus, segue il romanzo Lasciarsi andare, dove affronta i problemi che una coppia deve affrontare con le loro famiglie d’origine, in quanto lui è ebreo e lei cristiana. Il suo secondo romanzo (e terzo libro) è Quando lei era buona. In questo romanzo Philip Roth descrive quelli che sono i sensi di colpa che una persona può provare nel momento in cui una persona cara muore. In particolar modo l’opera si ispira alla reale vicenda vissuta dalla prima moglie di Roth, morta in un incidente a seguito della separazione dall’uomo.
L’opera che lo consacra
Il capolavoro che rende Roth un grande scrittore è il quarto libro, dal titolo: Lamento di Portnoy. L’opera è al tempo stesso una tragedia e una commedia personale, recitata da Alexander Portnoy. Quest’ultimo è un paziente ossessivamente monologante sul lettino, in preda a una inestricabile nevrosi a sfondo maniacalmente sessuale. Nonostante le accuse di scurrilità, (centrate soprattutto sull’aver reso esplicita l’attività di masturbazione del protagonista) il libro fu un successo di vendite.
Dopo il Lamento, Roth cercò di uscire dalla gabbia in cui si era magistralmente cacciato con il suo capolavoro, e sperimentò la satira politica con La nostra gang. In seguito Philip Roth giunge poi a una serie di titoli che costituiscono una delle punte di diamante della letteratura contemporanea americana. Tra questi si fanno spazio le saghe The Ghost Writer, Zuckerman Unbound e The Anatomy Lesson.
Philip Roth: lo sviluppo della sua narrativa
Philip Roth a partire dalla seconda metà del 900 vice l’ultimo sviluppo della sua narrativa di Roth. Difatti con Pastorale americana del 1997, e con Ho sposato un comunista del 1998, Roth passa dall’allegoria alla cronaca letteraria della storia dell’intera nazione americana.
In Il complotto contro l’America del 2004, la voce narrante è Roth stesso, ma molto più giovane di quando scrive il romanzo. Racconta dell’antisemitismo americano degli anni quaranta, ipotizzando che alla presidenza degli Stati Uniti sia giunto il celebre aviatore, antisemita e filo-nazista, Charles Lindbergh.
Il successivo Everyman del 2006 è una riflessione sull’invecchiare e sull’ammalarsi e sul morire del protagonista, partendo dalla fine e ricostruendo la sua infanzia con il fratello nel negozio del padre, i suoi tre matrimoni, i tre figli e i vari adulteri. Con questo romanzo, Roth diventa l’unico scrittore ad aver preso tre volte il Premio PEN/Faulkner per la narrativa.
Altre opere e onoreficenze
Oltre alla narrativa, Roth ha scritto anche alcuni saggi, raccolti in Reading Myself and Others del 1975 e in Shop Talk del 2001. Inoltre Roth è il terzo scrittore statunitense che ha ricevuto l’onore di vedere pubblicata in vita la sua opera completa dalla Library of America. Nel 2011 ha anche vinto il Man Booker International Prize e nel 2012 il Premio Principe delle Asturie.