Pianura, ucciso e dato alle fiamme: indagato 16enne del rione Traiano che scattava selfie con lui

Potrebbe essere un 16enne del Rione Traiano il responsabile dell’omicidio di Gennaro Ramondino, il vetenne di Pianura freddato con tre colpi di pistola e dato alle fiamme a Pianura, al confine con il comune di Quarto, nella zona dei “Pisani”. Il minorenne è indagato a piede libero insieme a quattro persone. Tra queste ci sarebbero due coniugi e due consumatori abituali di stupefacenti, che si sarebbero trovati sul posto al momento del delitto e sarebbero così stati coinvolti nella fase dell’occultamento di cadavere.

Pianura, ucciso a colpi di pistola e dato alle fiamme: possibile svolta nell’omicidio di Ramondino. Quattro indagati

Il 16enne, come spiega il Corriere del Mezzogiorno, si sarebbe costituito spontaneamente in compagnia del suo legale, ma per un’altra ordinanza cautelare che pende sulla sua testa nell’ambito di un’inchiesta legata a una sparatoria avvenuta il 4 maggio. Si tratta di un raid, probabilmente una stesa, consumata al culmine di una serie di provocazioni lanciate all’indirizzo di Massimiliano Santagata, ras emergente della camorra flegrea di cui sia la vittima che lo stesso minorenne erano fedelissimi.

A inizio agosto per quella sparatoria erano finiti in manette proprio il nuovo capozona Santagata e due suoi complici. Il vuoto di potere innescato da quella cattura sembra aver scatenato gli appetiti criminali che hanno poi portato alla sentenza di morte e all’omicidio avvenuto tra l’1 e il 2 agosto del ventenne Gennaro Ramondino.

Proprio il 16enne, che era legato alla vittima da un rapporto di amicizia, al punto da scattarsi con lui foto e selfie, sarebbe il principale indiziato dell’omicidio. Un baby-killer spietato e così determinato a scalare le gerarchie criminali da uccidere persino il suo socio in affari pur di conquistare il controllo del business della droga.

Indagati anche proprietari dell’appartamento e due tossicodipendenti

Al momento, però, c’è da dire che il minorenne è indagato a piede libero. Insieme a lui quattro persone. Si tratta di una coppia di coniugi, responsabile di una piazza di spaccio e dell’appartamento in cui si è consumato l’omicidio, e due tossicodipendenti, costretti dai sicari a partecipare alle fasi di occultamento del corpo perché trovatisi sul posto al momento sbagliato. Intanto domani è prevista l’autopsia sulla salma del 20enne di Soccavo ucciso a colpi di pistola. Potrebbe essere l’ultimo atto investigativo prima che scattino le ordinanze cautelari e si chiuda definitivamente il cerchio intorno agli indagati.

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