Pizzo sui cantieri a Qualiano ed arsenale in casa, sconto di pena per il nipote di Ciccio Mallardo

Guercia Antonio, 34enne giuglianese, alias o’spagnuolo, era stato condannato nell’ambito di due processi penali, a 4 anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di un imprenditore che stava effettuando dei lavori edili a Qualiano; a 4 anni e 6 mesi perché, sottoposto agli arresti domiciliari per rapina, era stato sorpreso con un arsenale di armi in casa.

Un cumulo di condanne pari ad 8 anni e 4 mesi di reclusione.

O’spagnuolo, nipote di Ciccio Mallardo, difeso dall’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord, ha avanzato richiesta di continuazione di reati; a seguito della camera di consiglio celebrata innanzi alla Corte di Appello di Napoli, quarta sezione penale, presidente Dottoressa Luisa Toscano, Giudici a latere Caterina Garufi e Federica De Maio, accogliendo l’istanza difensiva, ha riconosciuto il vincolo della continuazione, concedendo uno sconto di 2 anni e 9 mesi, quindi rideterminando la pena finale in 5 anni e 7 mesi di reclusione.

L’estorsione ai cantieri

L’imprenditore che ha denunciato il racket e il suo estorsore stava eseguendo dei lavori in subappalto per la sua impresa sul territorio di Qualiano nella zona “delle poteche”. A riscuotere il denaro per il clan in questa circostanza era Antonio Guercia, alias ‘o spagnuol, affiliato ai Mallardo nonchè nipote di Ciccio Mallardo.

La vittima racconta ai carabinieri di essere stato avvicinato da Guercia a Villaricca nel maggio 2017. “Ma li stai facendo tu i lavori la giù? Di dov’è la ditta? Perchè ci deve dare un regalo”.

Il giorno successivo l’imprenditore denuncia l’accaduto ai militari dell’arma della stazione di Qualiano. A incastrare ‘O spagnuol nel luogo dove è avvenuta la richiesta estorsiva anche alcune immagini di una telecamera di videosorveglianza di un’attività commerciale posta a pochi metri dell’incontro.

A parlare di Antonio Guercia sono anche i pentiti Vincenzo Di Maro e Gianluca Noto e Filippo Caraccalo. In un interrogatorio del 2013 Vincenzo Di Maro dichiarava: E’ nipote di Ciccio Mallardo, fratello di Francesco Mallardo, in quanto sua madre è la figlia di Ciccio Mallardo avuto dalla prima moglie. Fino a quando non sono stato arrestato a giugno 2012 l’ho frequentato. In alcuni periodi è stato detenuto per rapina e sono anche stato spesso a casa sua. Nel 2006 abbiamo anche fatto una rapina insieme. Non so se Guercia Antonio si occupasse anche di spaccio di sostanze stupefacenti.

Mi diceva che quando sarebbe uscito il nonno -Ciccio Mallardo- doveva attivarsi per guadagnare grazie al nonno. Mi diceva che gli mandava dal carcere delle lettere in cui lo rassicurava che lo avrebbe sistemato appena ritornato in libertà. Per “sistemare” ovviamente Mallardo intendeva che gli avrebbe: trovato un posto all’interno del clan”. Avevi molti rapporti all’interno del clan, frequentava spesso suo zio Scicchirocco.

Le armi

Antonio Guercia fu arrestato già l’8 agosto scorso per detenzione di armi da guerra. Infatti i carabinieri della stazione di Qualiano trovarono in casa sua  una pistola mitragliatrice skorpion calibro 7,65 e 18 cartucce nel caricatore, un fucile a pompa calibro 12 senza matricola e 14 cartucce, 21 cartucce miste, tra calibro 7,65 e 9.

Rinvenuto e sequestrato anche un ordigno esplosivo realizzato con l’unione di 3 grossi artifizi pirotecnici di fattura artigianale per la rimozione in sicurezza del quale sono dovuti intervenire gli artificieri antisabotaggio del Comando Provinciale di Napoli i quali, dopo le necessarie indagini tecnico-scientifiche, lo hanno fatto brillare in sicurezza su area protetta.
Mentre proseguono le attività investigative le armi sono state inviate al RIS di Roma per accertamenti dattiloscopici e balistici.

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