Poggioreale, fuga da film: il killer evaso dopo la messa. Un testimone: “Ho visto tutto”

Avrebbe fatto tutto al termine della messa. Robert Lisowski, 37enne polacco evaso ieri in maniera clamorosa dal carcere di Poggioreale, si è servito di un semplice lenzuolo annodato con cui calarsi dal muro perimetrale per riconquistare la libertà.

Evaso da Poggioreale: due ipotesi

Due sono le ipotesi degli investigatori. Alle ore 10 e 10 termina la messa celebrata nella cappella interna al carcere. E’ fuori, si defila dagli altri detenuti. Davanti a lui un muraglione alto sette metri. Forse Robert ha sfruttato un finestrino della chiesa che avrebbe reso più agevole l’arrampicata. Da lì si sarebbe calato giù. Secondo un’altra ipotesi, invece, la fuga non sarebbe partita dalla cappella, ma da un altro punto del carcere. All’uscita della messa, il 37enne, accusato di omicidio volontario, avrebbe deviato dal percorso che stavano facendo gli altri detenuti per rientrare nelle celle. Poi, eludendo, la sorveglianza degli agenti della Penitenziaria, avrebbe deviato a sinistra e avrebbe oltrepassato un deposito mettendo in atto il suo piano. Alle 10 e 13, in soli tre minuti, tocca terra, fuori dal carcere, e si allontana lungo via Porzio in una città semideserta.

Il testimone

Restano tantissimi i nodi da sciogliere. Possibile che nessuno si sia accorto del fatto che Lisowski avesse con sé una corda intrecciata con diverse lenzuola? Possibile che nessuno si sia accorto del suo allontanamento? Secondo quanto riporta Il Mattino, il primo a lanciare l’allarme sarebbe stato addirittura un passante, che avrebbe visto Lisowski calarsi dal muro perimetrale con le lenzuola e rovinare al suolo. Nel toccare l’asfalto, l’evaso si sarebbe anche fatto male a una gamba, prima di fuggire a gambe levate sotto gli occhi attoniti del testimone. Le sirene del carcere scattano invece una manciata di minuti dopo. A quel punto parte ufficialmente la caccia all’uomo. Oltre alla Penitenziaria, sulle tracce del fuggitivo, ci sono anche carabinieri, Polizia e Finanza.

L’inchiesta

Nella cella di Lisowski sono strati trovati stracci di stoffa e pezzi di lenzuola. L’uomo avrebbe agito da solo, senza servirsi di altri complici. I suoi coinquilini – tre nordafricani e due cittadini dell’Est Europa – hanno fatto scena muta, dicendo di non sapere nulla dei pieni di fuga del detenuto. Intanto è polemica sul servizio di guardia della Polizia Penitenziaria. Nessun agente, durante il tragitto dalla Chiesa ai padiglioni, si sarebbe accorto dell’allontanamento del 37enne. Una fuga clamorosa, visto che l’ultima evasione dal carcere di Poggioreale risale al 1921, cioè a quasi cento anni fa.

Le ricerche in città

Robert Lisowski non avrebbe basi d’appoggio né denaro con sé. Le forze dell’ordine stanno setacciando palmo a palmo la città.Perlustrazioni sono in corso in tutta la zona di Poggioreale, della Ferrovia e nell’area orientale. Ma si batte anche il luogo, l’ultimo luogo che il polacco frequentò prima di essere arrestato, lo scorso dicembre: la zona ospedaliera. È qui che venne catturato, su una panchina nei pressi del Cardarelli, dove viveva da clochard. E’ accusato di aver ucciso un cittadino ucraino al culmine di una lite e viene definito un soggetto pericoloso.

 

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