Poliziotto spara per difendere collega, sindacato: “Siamo vittime dell’atto dovuto”

Il Sindacato autonomo di Polizia interviene sul caso del poliziotto che per difendere il collega ha ucciso un 29enne. “Nel napoletano un uomo dopo avere ferito la madre in casa ha raggiunto il compagno della donna che si era recato nel commissariato Vicaria di Napoli per denunciare l’accaduto. Lì pare che abbia tentato di accoltellarlo alla gola. Nel mentre un collega cercava di disarmarlo ma è stato ferito da un fendente alla gamba e mentre l’aggressore stava per sferrargli un’altra coltellata un altro poliziotto ha sparato e lo ha ferito gravemente alle gambe. L’aggressore è stato portato nell’ospedale Vecchio Pellegrini dove è deceduto. Il poliziotto è stato indagato in quanto ‘atto dovuto’ per omicidio colposo” commentano Stefano Paoloni segretario generale del Sap ed Ernesto Morandini segretario provinciale di Napoli Spiace per il tragico epilogo di questa vicenda sia sotto il profilo umano che professionale “però – aggiungono i segretari- siamo vittime dell’atto dovuto”.

“Comprendiamo le ragioni per cui il collega è stato indagato poiché in questo modo può accedere a tutte le garanzie difensive ma è inconcepibile che ogni qualvolta vi sia l’uso delle armi non venga fatta alcuna valutazione preliminare per determinare se l’uso sia stato più o meno legittimo. L’imputazione anche per un reato colposo determina nei confronti dell’operatore di Polizia più importanti conseguenze sia sotto gli aspetti professionali che di carriera. Fondamentale che la verità venga sempre alla luce e che non vi siano dubbi rispetto al nostro operato. Ma l’utilizzo dell’atto dovuto per noi non deve essere un automatismo una spada di Damocle sulla testa che cala ogni qualvolta sia indispensabile l’uso della forza o delle armi per adempiere al nostro dovere. necessario intervenire affinche’ finalmente vengano stabilite precise norme a garanzie delle nostre funzionai”.

Napoli, indagato per omicidio colposo il poliziotto che ha ucciso Mario Ementato

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