Era terrorizzato dal coronavirus. Il killer che ieri ha ucciso la convivente a Portici aveva paura di contrarre il Covid-19. Sarebbe stata questa la ragione che avrebbe scatenato la furia omicida dell’uomo al culmine di un litigio sulle vacanze estive.
Portici, uccide la convivente: era terrorizzato dal coronavirus
A svelare il retroscena è il Mattino. Giovanni Fabbrocini, 65 anni, incensurato, si è avventato sulla compagna, Maria Adalgisa Nicolai, 58 anni, ricercatrice universitaria, con un coltello da cucina. Ha inferto decine di colpi, persino sulle articolazioni, forse nel tentativo di sezionarla e occultare il cadavere. Poi il 65enne non avrebbe retto allo choc, avrebbe perso lucidità e avrebbe deciso di lanciarsi dal balcone per farla finita.
Secondo i carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata, intervenuti sul posto, a scatenare il litigio tra i due una discussione sulle vacanze: la vittima voleva trascorrere qualche giorno di relax lontano da Portici, l’altro invece aveva paura della pandemia e preferiva restare a casa. Altre discussioni sarebbero scoppiate anche nelle settimane precedenti per ragioni simili. Giovanni Fabbrocini era ipocondriaco: dopo la fine del lockdown, si era barricato ugualmente in casa per paura di contrarre la malattia.
Dopo vari litigi per questo motivo, sembra che l’ultimo fatale scontro si sia avuto tra i due ieri pomeriggio perché la donna sarebbe voluta andare in vacanza ma lui sarebbe stato contrario, opponendo per l’ennesima volta i timori legati al Covid. Al culmine dell’alterco un raptus di follia: il 65enne ha afferrato un coltellaccio da cucina e ha inferto diversi fendenti alla compagna, fino a ucciderla. Maria Adalgisa Nicolai era una donna molto solare, una professionista valida, molto conosciuta e apprezzata nell’ambiente universitario. Non era mai stata sposata, era di origini lucane e viveva a Portici da diversi anni.