Sette persone a bordo. Ma nessuno – compreso lui, l’avvocato Guido Furgiuele – hanno sentito nulla. Nessun urto, nessuno schianto, niente urla. Cristina Frazzica è stata travolta da un natante e i diportisti che hanno prestato soccorso si sono resi conto dell’incidente solo quando hanno visto l’amico della 31enne, Carmine Leone, sbracciarsi in acqua e chiedere aiuto. Toccherà adesso alla magistratura verificare se questa versione sia veritiera e se la barca che ha fornito i soccorsi sia la stessa che ha speronato il kaykak della vittima. Intanto Furgiuele è indagato e dovrà rispondere di omicidio colposo e omissione di soccorso.
Posillipo, Cristina travolta e uccisa dalla barca. Parla l’avvocato: “Mi assumo le mie responsabilità”
Intervistato da Fanpage.it, l’avvocato ribadisce la sua posizione: non è sicuro di aver travolto la canoa. Se così dovesse essere, si dice pronto ad assumere le sue responsabilità davanti alla legge e ai familiari della vittima. “Noi eravamo in sette a bordo e nessuno si è accorto di nulla – ha dichiarato -. Uno dei miei ospiti ha visto in lontananza un ragazzo che si sbracciava in mare e chiedeva aiuto, era in mare aperto, a tre o quattrocento metri dalla costa. Ho arrestato la barca, sono tornato indietro e gli ho prestato soccorso”.
Resta dunque l’incertezza sull’imbarcazione che di fatto ha ucciso la giovane: “Quando mi ha detto che c’era una ragazza con lui e che era stata investita da una barca a tutta velocità ho dato l’allarme. Sono state sequestrate altre due barche. Tramite i video hanno stabilito che io sono passato in quel punto a quell’ora. Il ragazzo aveva dato delle indicazioni che non corrispondevano alla mia imbarcazione, ha parlato di un motoscafo molto veloce. Ora si stanno esaminando le barche sequestrate per vedere se ci sono delle tracce”.
“Su di me gogna mediatica”
Furgiuele conclude poi spiegando il clima ostile che si è creato intorno a lui dopo la diffusione della notizia in merito all’iscrizione del suo nome nel registro degli indagati: “Domenica sera sono stato convocato dal pm, che mi ha chiesto come erano andate le cose, io sono stato costantemente a disposizione. Sto subendo una gogna mediatica con indagini iniziate da appena un giorno. Se si scoprirà che è stata la mia barca, me ne assumerò le responsabilità, come previsto dalla legge”.