Potenza, diossina nel latte materno. La denuncia: “Succede vicino l’inceneritore”

“Lo studio dell’Istituto Superiore di Sanità sull’esposizione alla diossina e policlorobifenili delle giovani mamme in provincia di Potenza conferma quello che affermiamo da sempre: la situazione non è esattamente rosea come ci vogliono far credere”.  E’ quanto afferma l’eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini che commenta i dati del documento scientifico dell’Iss – ottenuto dopo una richiesta formale agli atti – che valuta l’esposizione a diossine e PCB attraverso 19 campioni di latte materno di donne in età riproduttiva residenti in provincia di Potenza compresa la zona dell’area “Fenice” dove si trova l’inceneritore di Lavello.

Lo studio effettuato dall’ISS e voluto dal comune di Lavello dice che il valore medio rilevato di diossine e PCB è di 6,46 pgTeq/g grasso, ma se consideriamo il valore massimo di assunzione quotidiana di queste sostanze raccomandato dell’Unione europea – e cioè 2 picogrammi per ogni chilogrammo di peso del bimbo – ciò significa che per un individuo che pesa 5 chilogrammi basteranno appena 38,7 ml di latte materno al giorno per andare oltre la soglia raccomandata.

“Dire che i livelli di Diossine e PCB rinvenuti nello studio dell’ISS sono relativamente bassi è un punto di vista (volutamente?) parziale, soprattutto se poi non si ammette che, considerando il quantitativo di latte materno che normalmente un bimbo assume ogni giorno, un certo livello di esposizione per il bambino è praticamente certo” aggiunge Pedicini. “Ricordo che l’Isde ci dice che l’esposizione ad agenti tossici durante la vita fetale, di cui la presenza nel latte materno è un indicatore indiretto, è in assoluto la più pericolosa, vista la complessità e la rapidità con cui avviene lo sviluppo di organi e tessuti in questa delicata fase: siamo arrivati al punto che anche un alimento fondamentale è a rischio” conclude l’eurodeputato Piernicola Pedicini.

(comunicato stampa)

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