È rimasto in piedi solo per qualche ora il cartello affisso sul belvedere di Pozzuoli, lo stesso luogo dove, pochi giorni fa, si è consumata la brutale aggressione ai danni di Gaia, 25 anni, madre e vittima della furia del suo ex compagno. L’uomo non solo l’ha picchiata selvaggiamente, ma ha anche tentato di spingerla giù dal parapetto probabilmente con l’intenzione di ucciderla.
Pozzuoli, pestata dall’ex: già distrutto il cartello anti-violenza dedicato a Gaia
A voler lasciare un segno di solidarietà e denuncia, era stato installato un messaggio chiaro e diretto: “Vietato fa l’omm ‘e merda“, un modo crudo ma autentico per richiamare l’attenzione sulla violenza di genere. Un simbolo di resistenza che, però, è stato subito cancellato.

Il presidente dell’associazione Civico Flegreo, Antonio Maione, ha denunciato l’atto vandalico, spiegando che alcuni ragazzi – immortalati in una foto pubblicata online – hanno preso a pugni i cartelli e li hanno strappati via. “Sono bastate poche ore. I cartelli che chiedevano semplicemente rispetto per le donne sono stati distrutti. Erano un gesto silenzioso, ma carico di significato. Un segno per non dimenticare Gaia e tutte le vittime di violenza. E invece, anche questo è stato calpestato”, ha scritto Maione.
Secondo la sua ricostruzione, tre giovani, probabilmente maggiorenni, sono arrivati sul posto in auto e si sono accaniti contro il messaggio di civiltà, abbattendolo senza esitazioni. “Abbiamo visto le immagini, conosciamo la targa. Ma ciò che fa più male è il significato di questo gesto: dopo quello che è accaduto a Gaia, rispondere con altra violenza vuol dire che non abbiamo ancora capito nulla. Come comunità, abbiamo ancora tanto da imparare.” Il vandalismo, pur tentando di cancellare il messaggio, ha finito per renderlo ancora più potente: a Pozzuoli, come altrove, il bisogno di giustizia e rispetto non può essere abbattuto così facilmente.