Prelievo contanti, come evitare il controllo dell’Agenzia delle Entrate. E’ diventato sempre più difficile effettuare azioni o movimenti sul proprio conto corrente senza essere notati dagli occhi vigili dell’Agenzia delle Entrate. Ad esempio prelevare contanti o altri movimenti simili. Tutti questi sono controlli sono stati introdotti dal Governo nell’ottica di rendere più tracciabili i movimenti, e quindi contrastare l’evasione fiscale.
Esiste un limite al prelievo di contante?
Iniziamo col dire che per i prelievi in contanti non esiste alcun limite imposto dalla normativa sull’antiriciclaggio. La legge vieta invece i trasferimenti di contanti per cifre pari o superiori a 3mila euro.
Questa norma, però, non si applica né ai prelievi né ai versamenti in banca visto che, in questo caso, la proprietà del denaro resta sempre in capo allo stesso soggetto (il correntista).
Agenzia delle Entrate, cosa fare per evitare i controlli
Il limite al prelievo scatta per importi superiori a 12.500 euro: in questo caso, vige il divieto di trasferire somme di denaro senza un intermediario abilitato, come la banca, passaggio richiesto dalla normativa sull’antiriciclaggio. Quindi il consiglio è evitare di prelevare somme pari o superiori a questo limite.
Ma c’è un’ulteriore novità: con una recente modifica il Governo ha previsto una segnalazione obbligatoria alla Uif (l’Unità di informazione finanziaria) da parte delle banche per tutti i prelievi superiori a 10mila euro nell’arco dello stesso mese. E ciò vale anche se si tratta di prelievi frazionati in più operazioni di importo inferiore, ad esempio 10 prelievi da mille euro. Anche in questo caso, quindi, meglio se dilazionate il prelievo in più mesi.
Prelievo contanti, le segnalazioni
La segnalazione viene fatta non per una questione fiscale ma per un controllo sulle attività illecite. Non finisce quindi all’Agenzia delle Entrate, ma potrebbe arrivare nelle mani della Procura della Repubblica, rientrando dunque dentro al perimetro delle segnalazioni per operazioni sospette (Sos).
Una volta che avete prelevato i vostri contanti, evitate di spenderli tutti insieme o trasferirli a un’altra persona se si tratta di importi pari o superiori a 3mila euro. Potreste invece conservarli a casa o utilizzarli per i vostri acquisti solo per spese più ridotte.
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Cosa cambia dal 1 luglio 2020
Dal 1° luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021, si abbassa il tetto all’uso di contanti a 1.999,99 euro. Non si potranno fare in contanti né pagamenti né prestiti né donazioni a partire da 2.000 euro in su, ma bisognerà optare per strumenti tracciabili come bonifici, assegni, carte di debito e carte di credito. Dal 1° gennaio 2022, il tetto si abbasserà ulteriormente a 1.000 euro.
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