Prostatite abatterica: come riconoscerla e come curarla

Prostatite abatterica: come riconoscerla e come curarla

La prostata è una ghiandola presente nell’organismo maschile, sotto la vescica; il suo ruolo principale è quello della produzione di un liquido che permette la velocità degli spermatozoi. Tale ghiandola, tuttavia, può essere frequentemente soggetta ad infiammazioni di vario genere che possono comportare irritazioni e gonfiore.
La prostatite abatterica cronica
Dobbiamo distinguere, dunque, due tipi di prostatite: la prostatite abatterica e quella batterica; nel secondo caso la prostata può infiammarsi senza che vi sia un’infezione batterica in atto, a differenza della prima.
La prostatite può presentarsi in diverse forme:
• Prostatite batterica;
• Prostatite cronica;
• Prostatite acuta;
• Prostatite abatterica;
• Prostatite asintomatica.
Nei casi di prostatite batterica e cronica, l’infezione si è verificata a causa della presenza di batteri provenienti dall’intestino che, risalendo l’uretra, finiscono con l’aggredire la prostata ed infettarla. La prognosi in tali casi è più facile con l’ausilio di alcuni esami specifici. Nel caso, invece, in cui tale prostatite sia abatterica, risalire ad una vera e propria diagnosi è più complesso. Generalmente si ricerca una correlazione tra sintomi fisici e psicologici. Nel quarto caso, la diagnosi della prostatite è purtroppo del tutto fortuita, essendo una patologia del tutto asintomatica.
L a prostatite cronica abatterica o anche detta sindrome dolorosa pelvica cronica o prostatite di tipo III, è un’infiammazione abatterica, che tuttavia provoca numerosi fastidi e dolori; tale sindrome si presenta gradualmente e i suoi sintomi hanno un carattere persistente. Questo tipo di disturbo è molto frequente nella popolazione maschile, proprio per questo motivo, sebbene siano ancora incerte del tutto le cause, le teorie in proposito si sono via via elaborate nel corso del tempo. Secondo alcuni la causa risiederebbe in un problema alle terminazioni nervose della prostata; secondo altri ci troviamo dinanzi ad una malattia autoimmune. La teoria più condivisa, infine, sarebbe quella che collega la prostatite abatterica a particolari circostanze e condizioni psicologiche (situazioni di stress, traumi psicologici, pratica di sport ad alto impatto). Per ulteriori informazioni rimandiamo al sito: http://www.wellvit.it/blog/prostatite-abatterica/

Prostatite abatterica: sintomi

I sintomi più comuni della prostatite abatterica, a differenza di quella batterica, si presentano gradualmente e in maniera meno acuta. I più diffusi sono:
• Dolore costante per tre o più mesi allo scroto e all’ano, o all’addome centro-inferiore o al pene e allo scroto;
• Dolore durante o dopo la minzione;
• Dolore durante o dopo l’eiaculazione;
• Minzione frequente;
• Urgenza ed impossibilità di ritardare la minzione;
In alcuni individui, la prostatite abatterica è responsabile anche della disfunzione erettile e del calo del desiderio sessuale.
Prostatite abatterica: cura
Per quanto riguarda la cura, sarà necessario, prima di tutto, individuare il tipo di prostatite. Dopo che si saranno effettuati gli esami adeguati e ci si trovi in presenza di un’infezione abatterica alla prostata, dopo determinate considerazioni si potrà diagnosticare tale sindrome ed in seguito procedere alla cura.
Tuttavia, è bene sottolineare che attualmente non esistono trattamenti specifici per tale sindrome, ma solo rimedi e trattamenti sintomatici (trattamenti che agiscono sui sintomi, alleviandoli).
Tali rimedi e trattamenti generalmente riconosciuti sono:
• La somministrazione di farmaci alfa-bloccanti;
• La somministrazione di dolorifici (paracetamolo; FANS);
• La somministrazione di lassativi.
• Infiltrazioni dei nervi pudendi;
• Infiltrazioni della prostata.
Altri trattamenti generalmente consigliati ma non ancora riconosciuti, sono:
• Bagni caldi;
• L’eiaculazione frequente, per far si che vi sia un drenaggio della prostata ed un conseguente rilassamento dei muscoli;
• Relax durante la minzione e cercare di evitare motivi di stress sia mentale che fisico;
• Bere più liquidi e più spesso con l’ausilio di una dieta più equilibrata.

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