Eboli, ubriaco fa incidente. L’amico muore e lui sposta il cadavere

Guida ubriaco l’auto dell’amico, Fabrizio Di Luccio di Capaccio. Fanno un incidente. Fabrizio muore. Lui ha la lucidità di uscire dall’abitacolo e di spostare il cadavere del morto dal lato passeggero al lato guida prima che arrivino i soccorsi. E’ questa la verità agghiacciante che è emersa dalla perizia dello studio A3, società specializzata nella valutazione delle responsabilità civili e penali, sull’impatto mortale in cui ha perso la vita Fabrizio. A guidare quella sera del 13 aprile 2014, dice la perizia, era Francesco Gennaro Russo.

È così che a Russo è stato contestato il reato di omicidio colposo. I due ragazzi stanno percorrendo la Provinciale 175/A quando, in località Campolongo della Marina di Eboli, all’improvviso perde il controllo dell’auto ed esce fuori strada. L’auto si ribalta, carambola e finisce contro un parapetto in legno: le staccionate si spezzano e penetrano come lame nell’abitacolo colpendo Fabrizio.

Francesco, invece, dopo un momento di sbandamento si rende subito conto che l’amico è morto e, sapendo di aver sbagliato, architetta il piano di depistaggio. Ma commette un errore: le staccionate in legno sono sul lato destro della Smart e coincidono con le ferite riportate da Fabrizio il cui corpo senza vita, invece, è stato trovato lato conducente. Mentre sul corpo di Francesco vengono riscontrate contusioni compatibili con l’urto con il volante.

Dettagli tecnici che sono poi confermati dalla testimonianza di un residente. Un uomo, corso in strada dopo aver sentito il rumore causato dall’auto che sbatteva contro la staccionata, ha difatti fornito ai carabinieri di Eboli, il pezzo mancante della vicenda: «ho visto un ragazzo prima scendere dal lato guida (…) e poi cercare di tirare fuori l’altro ragazzo, quello che poi è morto, dal lato dov’era sceso, e di coprire con una sciarpa il buco che aveva sul braccio, da cui usciva molto sangue».

 

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