“Quando ci picchiava, credevamo che stesse percuotendo il diavolo”, le parole choc delle vittime di don Michele

Emergono dettagli sempre più inquietanti nella vicenda che vede come protagonista don Michele Barone, il prete di Casapesenna accusato di aver perpetrato diversi abusi sulle sue vittime, facendogli credere che fossero possedute dal diavolo.

Ieri in Procura a Santa Maria Capua Vetere, si è tenuto l’ultimo incidente probatorio. Le due vittime maggiorenni del sacerdote di Casapesenna che lo hanno denunciato per maltrattamenti, percosse e violenza carnale hanno confermato le accuse. E hanno aggiunto che si sentivano completamente in balia del prete. E che il sacerdote aveva una tecnica per tenere sotto controllo i suoi adepti.

Anche Luigi Schettino, il poliziotto che è finito ai domiciliari, era legato al sacerdote ed era sotto il suo controllo. Tanto che in questa fase del dibattimento esce ridimensionato, perché una delle due vittime ha dichiarato che era uscito dalla setta poco prima del violento esorcismo sulla minorenne.

L’avvocato Carlo Taormina ha depositato una serie di foto con le quali la difesa di Michele Barone sta tentando di dimostrare che gli esorcismi del prete arrestato erano indirizzati a persone convinte di essere possedute dal diavolo. Le due ragazze però hanno raccontato, di nuovo, degli abusi sessuali. Una ha detto che il prete la toccava solo sui tatuaggi, mentre l’altra ha parlato di violenze ed abusi sessuali perpetrate sia in Italia che in Bosnia. “Quando ci picchiava, credevamo che stesse percuotendo il diavolo”, hanno dichiarato. Hanno poi confermato di essere state convinte, per lungo tempo, che don Barone facesse solo del bene, tanto da indirizzare verso lui conoscenti in difficoltà.

 

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