Quote e racket, Qualiano si ribella alla camorra: così il negoziante ha detto di “no” al clan

Erano diventati l’incubo di un noto negoziante 31enne di Qualiano. Almeno due gli episodi in cui lo hanno minacciato di morte puntandogli la pistola contro. Una volta alla testa, un’altra volta allo stomaco. Finché il commerciante non ha deciso di farli arrestare in flagrante. I due estorsori del clan De Rosa, Giovanni Ferrigno, e G.C., sono finiti così in carcere. Grazie al coraggio di un uomo, titolare di un noto bar cittadino, che ha deciso di denunciarli.

L’imposizione del pizzo era cominciata nell’agosto del 2016. 500 euro a festività (Pasqua, Natale e Ferragosto). Poi, anche in considerazione dell’ampliamento del locale e del presunto incremento del giro di affari, la richiesta era aumentata a 1000 euro l’anno scorso. Fino a 1500 quest’anno. “Se non paghi, ti distruggiamo il locale”, la minaccia. Uno sconto era stato concesso soltanto l’anno scorso, quando il negoziante si stava per sposare. Anziché 1000 euro, in occasione delle nozze, gli era stata imposta una quota di 750 euro. “E’ la nostra busta”, avevano detto i due aguzzini con una punta di ironia.

Il commerciante ha deciso di reagire. Il 12 marzo è stato costretto a recarsi a casa degli estorsori per versare 500 euro, la prima rata della quota “pasquale” di 1500 euro con la pistola puntata alla testa. Poi la sera del 16 marzo, un altro episodio: i due si recano nel suo locale, orario di chiusura. Gli puntano una pistola alla pancia e ottengono il versamento della seconda rata. Alla terza, il negoziante ha detto di no. E ha deciso di raccontare tutto ai Carabinieri. Chiamato a casa di Giovanni Ferrigno lo scorso 18 marzo, si è fatto seguire dai militari dell’Arma della Compagnia di Giugliano. Ferrigno è stato arrestato in flagranza; il 45enne è stato trovato nella sua abitazione e sottoposto a fermo. Così è finito l’incubo del commerciante.

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