Rapina in gioielleria a Follonica, scarcerata la donna della banda. Rita Pirozzi, giuglianese classe ’79, era stata arrestata e condannata per una rapina in gioielleria da oltre cento mila euro commessa a Follonica nel 2019. Il Tribunale di Sorveglianza di Napoli (Presidente Dott. Gaetano Eboli, Giudice a latere Dott.ssa Giovanna Spinelli) accogliendo la richiesta dell’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord, gli ha concesso di espiare la pena in detenzione domiciliare presso il suo domicilio di Giugliano in Campania, per motivi di salute.
Rapina in gioielleria a Follonica da 100mila euro, scarcerata la giuglianese Rita Pirozzi
Erano imputate, a vario titolo, ben 8 persone per una rapina in gioielleria a Follonica, in provincia di Grosseto. Il colpo fruttò l’ingente bottino di oltre cento mila euro. Era il 22 Marzo del 2019 quando, secondo l’accusa, Luigi Alamaro, 30enne di Giugliano, Domenico Tavano, 38enne di Napoli, Luigi Ciccarelli, c48enne di Giugliano, e Rita Pirozzi 42enne di Giugliano, assaltavano materialmente la gioielleria “Malucchi” nel centro di Follonica.
Pistola in pugno, legarono su una sedia con nastro adesivo il gioielliere ed asportarono oltre centomila euro di gioielli dalla cassaforte. Imputati anche Arcangela Pellegrini, 31enne, Raffaele Milo, 46enne, e Raffaele Bassolino, 46enne, napoletani residenti nel posto, per aver fornito supporto logistico ed organizzativo, nonché per il furto della vettura utilizzata per commettere la rapina aggravata, nonché Erika Talone, 31enne del posto per la ricettazione di alcuni gioielli proventi della rapina.
Condannata in primo grado, esce dal carcere
In primo grado, dinnanzi al giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Grosseto, si era celebrato il processo con il rito abbreviato per rapina pluriaggravata in concorso, porto e detenzione di arma, ricettazione e furto. Tutti gli imputati sono stati assolti dal reato di porto e detenzione di arma. In Corte d’Appello a Firenze sconti di pena per tutta la banda. Rita Pirozzi è stata condannata a 3 anni e 4 mesi, stessa pena prevista per Luigi Alamaro. Oggi per lei, però, si aprono le porte del carcere per motivi di salute.