Reddito, Beppe Grillo vuole salvarlo e lancia le “brigate di cittadinanza”

Continua ad essere protagonista del dibattito pubblico il tema del reddito di cittadinanza. Sulla querelle che sta dividendo Movimento Cinque Stelle e Governo in pectore anche Beppe Grillo, che oggi, sul suo blog, ha chiamato a raccolta le “Brigate di cittadinanza”.

Reddito, Grillo vuole salvarlo e lancia le “brigate di cittadinanza”

Il fondatore dei 5 Stelle nel suo post sottolinea l’importanza del sussidio come strumento di contrasto alla povertà, ma è consapevole dei rischi relativi alla sua abolizione. Tra le cause che ne hanno affossato la credibilità, lo scarso utilizzo dei percettori come lavoratori socialmente utili da parte delle amministrazioni locali. Per questo Grillo torna sul tema degli LSU e punta il dito contro i comuni e gli enti locali, colpevoli di non aver mai fatto decollare una proposta già tradotta in legge dal precedente Governo.

Attualmente i percettori del reddito di cittadinanza sono circa 3 milioni, molti dei quali con competenze che vorrebbero mettere a disposizione della comunità – scrive Beppe Grillo . E infatti sarebbe anche previsto che lo possano fare ma “qualcuno” preferisce impedirglielo, creando ostacoli burocratici per renderlo irregolare, se non illegale, perché è più comodo usarli come carne da cannone per fare la guerra ai poveri. Per questo chiamo a rapporto le Brigate di Cittadinanza, cittadini volenterosi che vogliano offrire il loro operato “illegalmente” per aiutare la comunità in cui vivono”. Tradotto: usare le centinaia di migliaia di percettori per ripulire città e migliorare i servizi.

La proposta del centrodestra

Giorgia Meloni, però, nonostante le difese d’ufficio da parte dei grillini, non vuole sapere invece di salvare misura. Le prime modifiche dovrebbero già intervenire nella prossima legge di bilancio, con la riduzione delle offerte di lavoro da due a una pena la decadenza dal beneficio. L’obiettivo a lungo termine resta però quello di ridurre la platea dei percettori, da un lato intensificando i controlli contro i beneficiari illegittimi, dall’altro sostituendo il reddito con una misura ad hoc che tuteli le fasce più deboli e le persone inabili al lavoro.

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