Reddito di cittadinanza, cambia tutto: meno soldi in arrivo

Il reddito di cittadinanza sarebbe vicino al capolinea. Il governo sembra pronto a cambiare la misura così come abbiamo imparato a conoscerla negli ultimi due anni, e per qualcuno l’importo, presto, potrebbe essere più basso. Prende corpo l’ipotesi di continuare a destinare l’attuale reddito di cittadinanza esclusivamente ai percettori che non sono in condizione di lavorare e di erogare invece agli attivabili un sussidio su misura, con importi più bassi e un altro nome.

Reddito di cittadinanza: meno soldi

Al momento le proposte d’intervento sono diverse e confuse ma quel che è certo però è che l’aiuto verrà modificato. La misura di sostegno si è rivelata a detta di molti un vero e proprio flop sul fronte occupazionale.

Al 31 ottobre i beneficiari con un rapporto di lavoro attivo erano 192.851, mentre quelli tenuti alla sottoscrizione di un patto per il lavoro risultavano essere alla stessa data quasi 1,4 milioni.

Nel dettaglio il reddito di cittadinanza dovrebbe restare invariato per quei beneficiari non in grado di lavorare, mentre verrebbe ridimensionato per coloro che al contrario possono essere occupati cambiando addirittura nome.

Il reddito di cittadinanza continuerebbe a essere erogato così com’è ai primi, mentre ai secondi verrebbe dato un sussidio su misura, un reddito di cittadinanza con importo più basso e che non si chiamerebbe neanche più così.

Il meccanismo allo studio prevede come incentivo che quando un beneficiario inizia a lavorare continui a ricevere per un determinato periodo circa la metà del sussidio a cui aveva diritto precedentemente.

Stop ai navigator

Appare scontato lo stop ai navigator. Per il loro rinnovo del contratto ancora non ci sono abbastanza soldi nella Legge di Bilancio 2021, sebbene la ministra de lavoro Nunzia Catalfo pare stia cercando di portare i circa 2.700 contratti almeno fino alla fine del 2021.

A quelli che invece non sono idonei a lavorare il reddito di cittadinanza continuerà a essere erogato secondo le modalità attuali, anche se non è esclusa una differenziazione degli importi su base regionale.

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