Reddito di Cittadinanza, come funziono i controlli? Che succede se si perdono i requisiti?

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Negli ultimi tempi sono sempre più numerosi e sempre più serrati i controlli per gli aventi diritto al reddito di cittadinanza. Molti, i furbetti scoperti negli ultimi anni che ricevevano il sussidio pur non avendone il diritto.

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Come sappiamo il RdC è in vigore dal 2019. Le famiglie che rispettano determinati requisiti posso ricevere un assegno mensile che è parti a un importo massimo di 780 euro, nel caso di nuclei familiari composti da una sola persona.

Questi requisiti, tuttavia, devono permanere nel corso di tutto il periodo in cui si percepisce il beneficio (18 mesi con possibile rinnovo per altri 18). Nel caso mutino, cambia anche l’importo dell’assegno percepito o addirittura è prevista la cessazione del beneficio.

Ecco quindi una panoramica generale sulle possibili conseguenze in ordine al mutamento dei requisiti e le regole relative ai controlli.

Che succede se si perdono i requisiti

L’art. 7 del DL 4/2019 che ha introdotto la misura, prevede al comma 5 che si decade dal diritto di percepire il Reddito di cittadinanza quando, anche solo uno dei componenti del nucleo familiare:

  • non effettua la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro;
  • non sottoscrive il Patto per il lavoro o il Patto per l’inclusione sociale;
  • non partecipa, senza addurre giustificato motivo, alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o ad altra iniziativa di politica attiva o di attivazione;
  • non aderisce ai progetti utili alla collettività, nel caso in cui il comune di residenza li abbia istituiti;
  • non accetta almeno una di tre offerte di lavoro congrue (con un compenso superiore all’assegno) oppure, in ipotesi di rinnovo, non accetta la prima offerta di lavoro congrua;
  • non comunica l’eventuale variazione della condizione occupazionale oppure effettua comunicazioni mendaci;
  • non presenta una DSU aggiornata in caso di variazione del nucleo familiare;
  • svolga attività di lavoro dipendente o attività di lavoro autonomo o di impresa, senza averlo comunicato e venga sorpreso dalle autorità competenti.

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Reddito di cittadinanza: come funzionano i controlli

Il meccanismo dei controlli su chi percepisce la misura integrativa al reddito è piuttosto complesso e chiama in causa diversi attori, tra l’Agenzia delle Entrate, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, la Guardia di Finanza e le altre autorità di controllo.

In linea generale, le verifiche preventive in ordine alla sussistenza dei requisiti necessari per poter presentare domanda di accesso al Reddito di cittadinanza (per i quali si rimanda al portale ministeriale dedicato) vengono effettuate dall’Inps cui la domanda è diretta. Controllo che, insieme a quello della Guardia di Finanza, può avvenire ad opera dell’Inps anche a posteriori e a campione.

L’Istituto, inoltre, nella sua attività di controllo, può incrociare i dati provenienti da altri enti e verificare con semplicità se i requisiti ci sono o permangono: quelli dell’ACI (Automobile Club d’Italia), dell’Agenzia delle Entrate, del Ministero di Giustizia, delle Regioni e dei Comuni.

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro svolge, invece, le attività di controllo successive alla concessione dell’assegno, con particolare riferimento all’accertamento dello svolgimento di prestazioni di lavoro “in nero” da parte dei soggetti appartenenti ad un nucleo familiare beneficiario del sussidio.

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