Reddito di Cittadinanza, Di Maio: “Va cambiato, se rifiuti le offerte lo perdi”

L’Esecutivo sta pensando ad una revisione del Reddito di cittadinanza, introducendo controlli più stringenti per evitare e apportando dunque delle modifiche per migliorare la misura di contrasto alla povertà.

Reddito di Cittadinanza, Di Maio: “Va cambiato, se rifiuti le offerte lo perdi”

Luigi Di Maio, nel libro di Bruno Vespa “Perché Mussolini rovinò l’Italia (e come Draghi la sta risanando)”, ha affermato che il percettore del Reddito di cittadinanza che rifiuta un compenso  offertogli da un datore di lavoro deve perdere il beneficio. Il capo della Farnesina ha detto di “essere il primo a pensare che non sia accettabile il rifiuto di una proposta di salario dignitosa da parte di un imprenditore”.

Di Maio ha aggiunto che “se non stanno funzionando i Centri per l’impiego, bisogna consentire all’impresa di fare una notifica diretta. Con il miliardo e mezzo che non abbiamo speso per l’attivazione dei Centri per l’impiego. Costruiamo un rapporto diretto tra l’offerta e la domanda in modo da portare a casa compensi congrui e dignitosi”.

Anche l’ex Premier e leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, è intenzionato a difendere la misura del Reddito migliorandolo al meglio: “Lo abbiamo detto, lo abbiamo fatto. Il Reddito di cittadinanza di certo non si cancella, anzi viene rifinanziato e cambiato in meglio. Non solo. Ci stiamo battendo per mettere più soldi in tasca ai lavoratori, intervenendo ancora sul cuneo fiscale”.

Confindustria: “Disincentivo per cercare lavoro”

“Mettere un ulteriore miliardo sul reddito di cittadinanza senza riformarlo prima, significa che continuiamo a sprecare soldi pubblici” ha avvertito il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. “Abbiamo sempre sostenuto che il reddito di cittadinanza –  ha chiarito Bonomi – per la parte del contrasto alla povertà trova favorevoli. Poi guardiamo anche i dati. Il reddito di cittadinanza non ha intercettato la povertà del Nord ed è tanto anche un disincentivo per cercare lavoro al Sud”.

“Non ci ha mai convinto – ha aggiunto il leader di Confindustria – e purtroppo i numeri ci danno ragione ha aggiunto Bonomi perché nel triennio 2016-2019 per cui il governo aveva stanziato 516 milioni, ha prodotto 423 assunti, che ci sono costati più di 400 mila euro l’uno”.

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