Caivano. Altro che Gomorra o scene cruenti, quello che accadeva e che è accaduto per anni al Parco Verde ha lasciato di stucco gli stessi magistrati che hanno ascoltato le intercettazioni e letto tutti gli atti presentati dai carabinieri che hanno effettuato le indagini per conto della Dda.
Parco verde, killer appostato per mesi nella scuola media armato di kalashnikov
Il sistema Caivano era così potente da far impallidire la Scampia dei tempi d’oro, fino a qualche anno fa regno della droga. Ad oggi la piazza di spaccio più grande d’Europa è proprio quella di Caivano, controllata dai Sautto – Ciccarelli.
E proprio oggi è arrivata la maxi retata con 49 arresti tra Caivano, Bergamo, Isernia, Imperia, Benevento, Cosenza, Forlì Cesena e Caserta. Gli indagati sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, reati aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
Di episodi criminali ce ne sono tanti come quello relativo all’organizzazione dell’omicidio di Antonio Ciccarelli. Il killer si nascose per mesi un una scuola media armato di kalashnikov in attesa del suo obiettivo. Al freddo e alle intemperie non si arrese fin quando non scattò l’ordine per evitare l’omicidio stesso. A giostrare tutto il sistema c’era Nicola Sautto, temuto da tutti, dagli stessi suoi affiliati ai quali imponeva il pagamento di una retta mensile, anche 60 mila euro, per la gestione delle piazze di spaccio che arrivavano a guadagnare anche 130 mila euro al mese. Ma non solo. Sautto voleva imporre la sua giustizia criminale anche in casi che non avevano nulla a che fare con il sistema camorristico.
Il boss voleva controllare qualsiasi cosa si muovesse sul territorio. Lo stesso capo clan continuava a comandare dal carcere con dei telefoni cellulari così come hanno raccontato alcuni pentiti.