Potrebbe diventare presto legge nazionale: la prostituzione sta per tornare legale in Italia. C’è l’ok di Salvini e dal Veneto è già stato avviato l’iter per riaprire le case chiuse e istituire in contemporanea un albo regionale.
La quinta commissione del consiglio regionale più importante regione del Nord-Est, infatti, ha dato il via libera alla proposta avanzata da Antonio Guadagnini di “Siamo Veneto” che dovrà ora essere approvata dal consiglio regionale e quindi seguire l’iter di approvazione statale per riformare la legge Merlin. “La mia proposta tiene conto della giurisprudenza ormai consolidata della Corte di Cassazione – ha commentato Guadagnini – la quale ha affermato che chi esercita questo lavoro è un ‘libero professionista‘, che ha diritto a ricevere un giusto compenso e dovrebbe emettere fattura con partita Iva. Essa inoltre afferma che affittare o cedere un appartamento per uso di prostituzione, entro certi limiti, non dovrebbe considerarsi favoreggiamento della prostituzione“.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha applaudito all’iniziativa, di fatto facendola diventare un tema di carattere nazionale. “Ero e continuo a essere favorevole alla riapertura delle case chiuse. Non c’è nel contratto di governo, perché i Cinquestelle non la pensano così, però io continuo a ritenere che si debba togliere alle mafie, alle strade e al degrado questo business, anche dal punto di vista sanitario. Per me il modello austriaco è quello più efficiente”. Si apre un altro fronte nella maggioranza? Salvini ha subito avvisato: “Non aggiungiamo problema a problema, chiudiamo quelli aperti prima di riaprire le case chiuse“.
Tanti gli aspetti della proposta di legge che dovranno essere discussi: le prostitute sarebbero considerate lavoratrici autonome, tenute a rilasciare la ricevuta, a presentare la dichiarazione dei redditi, ad essere scritte in un apposito albo comunale e ad esibire un certificato medico, da rinnovare ogni mese. La messa in regola è solo una delle innovazioni. C’è, ad esempio, un inasprimento severissimo delle pene. Gli sfruttatori della prostituzione minorile rischiano dai 10 anni di reclusione all’ergastolo. Ma anche chi ha rapporti sessuali con minori di 14 anni in cambio di denaro o altra utilità rischia l’ergastolo. Se i minori hanno dai 14 ai 18 anni, la pena andrebbe dai 10 ai 20 anni di reclusione. Dai 10 anni all’ergastolo è la pena per chi organizza o pubblicizza il turismo sessuale con minorenni.