Leggo con sconcerto l’articolo di un quotidiano pugliese che gira sui gruppi whatsApp ed è arrivato anche sul mio cellulare, poi ripreso dalla stampa locale. Di un dirigente della Ager, l’Agenzia regionale per le gestioni ambientali della Puglia, che rispondendo a delle polemiche locali afferma che parte dell’umido prodotto dalle famiglie di Brindisi sarà lavorato da un impianto di Giugliano. Dove peraltro ce ne è uno solo, chiuso da 10 giorni.
Perché è chiuso? Perché quello stesso signore, dirigente dell’Ager della Puglia, ha bloccato il conferimento negli impianti pugliesi degli scarti di lavorazione (buste ed eventuali impurità) dell’umido prodotto e lavorato, scarti che da quell’impianto Giuglianese, da due anni, finivano in Puglia. Un ricatto sembrerebbe. E forse tale è. Sta di fatto che in questo momento mia moglie sta sbucciando delle pesche e quelle bucce, insieme agli avanzi di pasta e pomodoro riempiono il mio secchiello dell’umido. Per quattro anni il mio secchiello è finito in Veneto, dove ne hanno fatto compost finito chissà dove.
Da un mese il Veneto ha chiuso le porte ai campani ed ai pugliesi e noi sindaci stiamo impazzendo per capire dove portare gli scarti delle nostre tavole. Finché a Giugliano è stato operativo l’impianto di trattamento dell’umido, noi Giuglianesi siamo andati lì. Poi non potendo smaltire gli avanzi in Puglia, ha chiuso. Noi abbiamo fatto un po’ di salti mortali, un po’ di tentativi di portare qui o lì i nostri avanzi alimentari, ma se non riapre qualche impianto che sia a Giugliano, che sia in Veneto, tra qualche giorno dovremo chiedere ai cittadini di tenere a casa scarti di pesce, pasta, carni, ecc.
Questo lungo preambolo serve a far comprendere il quadro nel quale operiamo. Questo quadro è composto anche da un impianto su cui si fa tanta demagogia, ma che intanto c’è e serve. C’è un tizio pugliese che cerca di risolvere i problemi ad una parte del suo territorio a prezzo di un ricatto, su cui inviterei la magistratura ad attivare verifiche, andando a rileggere le diverse note prodotte per ‘convincere’ l’operatore nostrano a prendersi un po’ degli scarti, di bucce di pesche, lische di pesce, patate e broccoli pugliesi. C’è un operatore nostrano a cui viene chiesto (con termini forse ricattatori) di essere solidale con chi si prende i suoi avanzi.
C’è un accordo non ancora chiuso (ad oggi non lo è), ma sbandierato sui giornali pugliesi per motivi politico-elettorali. C’è un Sindaco (io) che di tutte ‘ste storie e le polemiche sui rifiuti ne ha le scatole piene. Una comunità che produce avanzi ogni volta che si mette in tavola e che non sa dove metterli, non avendo più un’aia con maiali e galline. Quella stessa comunità che sul tema rifiuti ha i nervi tesi, esasperata com’è da 30 anni di ‘sole’. E ad aleggiare su tutto e tutti l’incombente chiusura di Acerra, con annessi e connessi. Va da sé che resteremo vigili e verificheremo gli sviluppi di questa storia. Intanto, domani, nel corso della riunione per cercare le soluzione al blocco del termovalorizzatore ribadiremo il no ad ogni nuovo impianto o sito di stoccaggio qui a Giugliano.