Scarti e rifiuti dal cantiere di una scuola smaltiti illegalmente sulle colline casertane, nelle località denominate “Boschina”, “Sferracavallo” e “Cuna Vecchia”. E’ quanto accertato dai Carabinieri Forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale, NIPAAF, di Caserta, in sinergia con i Carabinieri della Stazione territoriale capoluogo.
Le indagini preliminari, coordinate da questa Procura della Repubblica, hanno individuato i responsabili. Si tratta di sette soggetti, ovvero tre imprenditori facenti parte della medesima società, ditta individuale D.C.A., e un loro operaio.
Figurano anche tre affermati ingegneri, nelle rispettive vesti di pubblici ufficiali, quali direttori dei lavori e responsabile unico del procedimento. Sono accusati a vario titolo ed in concorso tra di loro, di condotte criminose che vanno dalla gestione illecita di rifiuti fino ad arrivare al falso ideologico in atto pubblico, alla frode in pubbliche forniture ed alla truffa, perpetrata anche nella forma aggravata.
Le indagini
L’attività, che si inserisce nell’ambito della problematica di emergenza ambientale della cosiddetta “Terra dei Fuochi”. Nel corso dell’attività investigativa i militari hanno rinvenuto sulle colline casertane, nelle località denominate “Boschina”, “Sferracavallo” e “Cuna Vecchia” notevoli abbandoni di rifiuti, anche pericolosi ed in alcuni punti combusti, provenienti da lavori di ristrutturazione edilizia, per un quantitativo complessivo di circa venti metri cubi.
Rifiuti scoperti nel 2017
Già in data 24 ottobre 2017, i militari sequestrano tre aree oggetto degli illegali. Gli uomini dell’Arma hanno scoperto scarti edili, guaine bituminose, lastre di vetro camera di infissi in ferro od alluminio, materiale plastico vario, ossia tubature in pvc provenienti da sostituzione di impianti di gronda, fecali, vaschette di scarico per WC, canalette per impianti elettrici, filo elettrico, teli in plastica, sacchi in plastica con scritta grassello di calce. Trovato anche un consistente numero di imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze.
Inoltre, i carabinieri scoprirono anche tracce di abbruciamento di materiale legnoso, quali porte e finestre, come si rilevava dai relitti di serrature in ferro presenti sul posto.
Tra i rifiuti smaltiti illegalmente i militari reperirono anche una documentazione cartacea dalla quale emergevano elementi tali da far presupporre che gli stessi provenissero da lavori eseguiti presso un Istituto Scolastico di Lusciano (CE).
La documentazione
Le successive indagini consentivano di verificare che detti rifiuti provenivano effettivamente dai lavori di adeguamento strutturale di un plesso scolastico comprensivo, scuola dell’infanzia e scuola primaria, del luscianese e che, su istigazione del rappresentante legale della ditta esecutrice dei lavori, i rifiuti erano stati smaltiti illegalmente da un proprio operaio, tale C.F., sulle colline casertane, ove, tra l’altro, quest’ultimo risiede, avvalendosi di un automezzo dell’impresa.
Al fine di conseguire poi il pagamento degli oneri discarica riguardanti i rifiuti prodotti dal cantiere, il titolare della ditta appaltatrice, mediante una documentazione falsa per far risultare apparentemente sostenuti i costi per lo smaltimento, produceva al competente ufficio comunale ai fini della illegittima liquidazione.
Nella predetta documentazione i militari hanno riscontrato 22 formulari di identificazione dei rifiuti, FIR, attestanti falsamente il trasporto in discarica di materiale di risulta proveniente dal cantiere, in quanto riportanti date non compatibili alla chiusura dei lavori, in quanto ad esse paradossalmente successive.
A loro volta, i due Direttori dei lavori, nelle loro vesti di pubblici ufficiali, redigevano i relativi stati di avanzamento lavori (SAL) omettendo i controlli di competenza ed in particolare di verificare la regolarità documentale.
I profitti e roghi tossi per bruciare rifiuti
Il Responsabile Unico del Procedimento, omettendo parimenti i controlli di propria competenza, erogato gli importi procurando un ingiusto profitto alla ditta esecutrice dei lavori medesimi.
Società quest’ultima che, pur di conseguire la liquidazioni degli oneri di discarica per un importo pari ad Euro 28.409,09, aveva non solo formato false fatture, ma aveva provveduto a disfarsi, per il tramite di un proprio operaio, di parte dei rifiuti sulle colline casertane, zona di notevole pregio naturalistico in quanto oggetto di un passato progetto di rimboschimento ed inquadrata quale Sito di Interesse Comunitario e dunque ad alta protezione ambientale.
Pur non essendo stato individuato l’autore, a ciò si aggiunga che parte di detti rifiuti venivano illecitamente smaltiti mediante “roghi tossici”.