E’ polemica sull’esame per l’accesso alla professione forense. A Napoli i risultati del 2019 non sono incoraggianti: più della metà dei candidati avvocati non ce l’ha fatta. A superare infatti la prova scritta che si è tenuta a dicembre scorso a Napoli è stato il 39, 70 % dei candidati. Su 4041 presenti, più di 2000 non affronteranno la prova orale.
Anche se il trend di bocciature, rispetto al passato, è diminuito, l’esame di avvocato a Napoli resta uno scoglio importante che continua a rappresentare un incubo per tanti professionisti del pianeta giustizia. Oltre duemila e duecento candidati saranno costretti a questo punto a rifare la prova scritta, ripresentandosi negli stand della mostra d’oltremare, a Fuorigrotta.
E anche quest’anno non sono mancate le polemiche. Sul web e nei gruppi WhatsApp centinaia di praticanti e non minacciano ricorsi e parlano di una “farsa”. Chi invoca una maggiore trasparenza nella correzione delle prove, e chi non riesce a spiegarsi esiti così differenti tra prove spesso simili. Ce n’è abbastanza per tornare a discutere di un tema sempre attuale, quello della riforma dell’esame di avvocato, con l’obiettivo di offrire logica e disciplina nuove al grande raduno di praticanti che si tiene ogni anno nei locali della Mostra d’Oltremare.
Va meglio in altre città. Picchi positivi di ammessi alla prova orale a Bari (49% di ammessi), Campobasso (54%), Catania (52%), Messina (53%), Perugia (57%), Salerno (56%); esami invece più ostici a Trieste (29% di ammessi), Trento (37%), Genova (27%), Bologna (37%).