Hinterland. Sono ancora forti, sono ancora loro: i boss dell’Alleanza di Secondigliano. Un’annotazione della Dda contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare a carico di Francesco Mallardo detto “Ciccio” fa comprendere quanto sia ancora forte l’alleanza Contini/Bosti-Licciardi-Mallardo. Come riporta il quotidiano Il Roma, Ciccio ‘e Carlantonio, prima di essere arrestato lo scorso 16 novembre, incontrava i vertici dei clan alleati per studiare nuove strategie e investimenti come la gestione dei garage e delle imprese di pulizie, e di come assicurare lo stipendio alle famiglie dei detenuti. E li incontrava non da pari, ma come capo indiscusso.
Da quanto si apprende dalle attività investigative dunque l’Alleanza di Secondigliano è ancora attiva e Francesco Mallardo è il boss. È emerso che i clan di Secondigliano e del Vasto non sono stati scalfiti dall’arresto dei loro capi, rispettivamente, Vincenzo Licciardi ed Eduardo Contini. Nessuna crisi dunque per l’asse Bosti/Contini- Licciardi- Mallardo.
Non solo questo, ma reestano ancora saldi anche i rapporti con i Casalesi; l’Alleanza tra i clan di Napoli e Caserta, cosi come riportò per la prima volta il pentito Francesco Diana nel 2009 e come avevano sospettato gli inquirenti, fu una necessità dopo l’arresto di Giuseppe Setola.
Francesco Mallardo ed Ettore Bosti parlavano spesso fino a quando il boss di Giugliano non è finito in carcere in seguito ad un indagine dei poliziotti della della Squadra Mobile di Napoli. Gli argomenti erano gli affari. Il contrabbando di sigarette, richieste estorsive, pagamento delle spese legali per i compagni di, gestione del mercato della frutta. Tutti canali di profitto che servivano a sostenere le spese del clan.
Un incontro tra i due, Bosti e Mallardo, avvenne a Sulmona, nella casa del boss, il quale volle incontrare il “nipote” perché non gradiva alcuni suoi comportamenti. Il Roma pubblica anche alcuni passaggi delle intercettazioni, in cui si parla dell’acquisto di un Garage nel quartiere Vasto, dell’offerta fatta al proprietario, della trattativa che non vedeva quest’ultimo contento della somma proposta e degli eventuali metodi intimidatori che andavano adottati per costringerlo ad accettare l’offerta.