Salerno. Rapporti sessuali e soldi in cambio di sentenze: arrestati giudice e avvocatessa

Rapporti sessuali in cambio di sentenze favorevoli. E’ questa l’accusa con cui sono finiti in manette l’avvocatessa Marzia Tassone e il giudice Marco Petrini, presidente di sezione della Corte d’Appello di Catanzaro. A condurre le indagini la Procura di Salerno.

Arrestati avvocatessa e giudice

Alla Tassone il magistrato dispensava consigli in materia legale. Ma nel suo “giro” di favori, come racconta Il Mattino, ci sarebbe anche un’altra avvocatessa, indicata dalla polizia giudiziaria come sua amante abituale, alla quale avrebbe offerto sistematicamente il suo sostegno per definire processi celebrati nella sua sezione.

Non solo sesso, però. Quando non si pagava in natura, al giudice arrivavano banconote. Nell’ambito dell’indagine su una terza indagata, sulla scrivania del magistrato arrivano migliaia di euro, mentre c’era chi gli offriva vacanze in un resort in Val d’Aosta, cibi e bevande, casse di pesce fresco e vino di quello pregiato. finisce in cella il giudice Marco Petrini, presidente di sezione della Corte di appello di Catanzaro, ma anche presidente della commissione tributaria.

Le telecamere nella stanza hard

Nell’ufficio del giudice le telecamere piazzate dagli inquirenti hanno filmato scambi di danaro e scene di sesso esplicito che si consumava sulla scrivania come in un vero film hard. A volte si trattava di semplici effusioni, a seconda dei favori richiesti dalle rispettive interlocutrici. Dall’inchiesta di Salerno emerge un quadro torbido della vita del magistrato Petrini, dove l’avvocatessa Marzia Tassone figura come amante stabile.  Nella stanza del giudice (in questo caso consultato come vertice di una sezione della corte di assise appello), l’avvocatessa avrebbe offerto tre prestazioni sessuali (due delle quali filmate e agli atti), in attesa di un intervento di Petrini a proposito di scottanti vicende giudiziarie del distretto.

Gli aiuti

I favori si sarebbero consumati in almeno in due circostanze documentate dalle carte dell’inchiesta. Secondo l’accusa, in ballo c’era il rigetto da parte del giudice della richiesta della Procura generale di utilizzare il verbale del pentito Emanuele Mancuso, ritenendo «irrilevanti e inconferenti rispetto ai capi di imputazioni le dichiarazioni», in un processo in cui era presente, tra gli altri, l’avvocatessa Maria detta Marzia Tassone in uno dei collegi difensivi. E non è finita: «Lo scorso sette marzo – scrive la Procura di Salerno così come riporta Il Mattino – il giudice Petrini avrebbe promesso di aiutare l’avvocato Tassone per la difesa di Giuseppe Gualtieri, a sua volta imputato in un duplice omicidio in danno di Francesca Petrolini e Rocco Bava, avvenuto a Davoli nel 2018».

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