Oggi, 3 febbraio, si festeggia San Biagio, santo del giorno, vescovo e martire, considerato il protettore della gola e degli otorinilaringoiatra. E’ il santo che chiude la festa della Candelora e allo stesso tempo la rappresenta. Bisogna quindi fare gli auguri a tutti i Biagio che conoscete. Tradizione vuole che questo giorni si mangino taralli e panettone.
Storia San Biagio
Vissuto tra il III e il IV secolo a Sebaste in Armenia (Asia Minore), era medico e venne nominato vescovo della sua città. A causa della sua fede venne imprigionato dai Romani, durante il processo rifiutò di rinnegare la fede cristiana; per punizione fu straziato con i pettini di ferro, che si usano per cardare la lana. Morì decapitato.
San Biagio muore martire tre anni dopo la concessione della libertà di culto nell’Impero Romano (313). Una motivazione plausibile sul suo martirio può essere trovata nel dissidio tra Costantino I e Licinio, i due imperatori-cognati (314), che portò a persecuzioni locali, con distruzione di chiese, condanne ai lavori forzati per i cristiani e condanne a morte per i vescovi.
Pochissimo di certo sappiamo sulla vita del santo. Le poche storie sulla biografia dell’armeno sono state tramandate prima oralmente e poi raccolte in agiografie, come in quella famosa di Camillo Tutini, Narratione della vita e miracoli di S. Biagio Vescovo e Martire (Napoli, 1637).
Il corpo di san Biagio fu sepolto nella cattedrale di Sebaste. Nel 732 una parte dei suoi resti mortali, deposti in un’urna di marmo, furono imbarcati, per esser portati a Roma. Una tempesta fermò la navigazione sulla costa di Maratea, dove i fedeli accolsero l’urna contenente le reliquie – il “sacro torace” e altre parti del corpo – e la conservarono nella Basilica di Maratea, sul monte San Biagio. La cappella con le reliquie fu poi posta sotto la tutela della Regia Curia dal re Filippo IV d’Asburgo, con lettera reale datata 23 dicembre 1629: da allora è nota popolarmente col nome di Regia Cappella. A san Biagio sono stati attribuiti diversi miracoli, tra cui il salvataggio di un bambino che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce facendogli ingoiare una mollica di pane. Per questo è considerato il protettore della gola.
Panettone di San Biagio, la leggenda: perché si mangia?
Domani si mangia l’ultimo panettone e si chiudono definitivamente le feste natalizie. Ma perché? Quest’usanza nasce da una leggenda, secondo la quale una donna che, appena prima di Natale, si recò da un certo Frate Desiderio per fare benedire il panettone che lei aveva preparato per la sua famiglia.
Il frate, molto occupato, rispose alla donna di lasciargli il dolce per qualche giorno per poi passare a ritirarlo: si occuperà di benedirlo non appena troverà un secondo di tempo. Passato il periodo di Natale, Desiderio rivide il panettone nella canonica: si era dimenticato di benedirlo e non aveva resistito alla tentazione di mangiarlo.
Quando la donna tornò (era proprio il 3 febbraio) il frate era sul punto di confessare la verità ma, con sollievo, si accorse che nell’involucro vuoto del panettone ne era ‘miracolosamente’ comparso un altro al suo posto. Da allora a Milano, il giorno di San Biagio, protettore della gola, è tradizione mangiare una fetta di panettone.
Taralli e benedizione della gola
Molto diffusa, nel giorno di San Biagio, il 3 febbraio, è anche la preparazione dei taralli. La tradizione è piuttosto radicata in Abruzzo. Si tratta di dolcetti adatti per la prima colazione, la tradizione prevede che il giorno 3 febbraio nelle chiese si regalano ai fedeli dopo la famosa benedizione della gola. Molto diffusi anche i panini di San Biagio, che sono dei panini morbidi all’olio, in altre fanno i pani dolci simili a questi ma con l’anice, in altri i taralli, a me sono venuti i panini/taralli, visto che ho fatto un buco troppo stretto.
Auguri e immagini
Tramite whatsApp o Facebook, potete inviare un messaggio di auguri al vostro amico, papà o figlio di nome Biagio. Lo potete fare attingendo a questa frasi pubblicate su controcampus.it. In basso, invece, troverete qualche immagini da associare alla festa.
- Il nome più bello è il tuo, unico ed inconfondibile, proprio come te! Buon onomastico amore mio.
- A te mio amico caro ti auguro di trascorre una meravigliosa giornata con le persone più care nel giorno del tuo onomastico.
- Un nome, una garanzia. Nel tuo caso non servono altre parole! Tanti auguri Biagio!
- In questa occasione così speciale, ti faccio i miei più calorosi auguri per lo splendido nome che porti: buon onomastico Biagio!
- Un grandissimo augurio di buon onomastico al papà più speciale e bella dell’universo: il nome più dolce è il tuo, la persona più speciale che potesse portarlo sei e rimani soltanto tu!
- Biagio: un nome come tanti, ma tu sei unico come pochi!
- Il tuo splendido nome non può passare inosservato, e in una ricorrenza così speciale non potevo che farti i miei più sinceri e affettuosi auguri!