Qualche mese fa, affiancati da un’associazione antirazzista e da un pool di legali, trovarono il coraggio per denunciare i loro aguzzini, avviando da Sant’Antimo una battaglia legale. E adesso quattro di questi operai bengalesi, tutti di età compresa tra i 23 e i 30 anni, hanno ottenuto il permesso di soggiorno e con una motivazione molto particolare: per protezione sociale. La stessa che, generalmente, viene adottata per sottrarre le ragazze extracomunitarie dal mercato della prostituzione. Il permesso è stato rilasciato qualche giorno fa dalla questura di Napoli e su disposizione dell’autorità giudiziaria, con la quale avevano collaborato per assicurare alla giustizia i loro caporali, condannati per i reati di riduzioni in schiavitù e tratta di esseri umani. Un riconoscimento che costituisce un precedente e che è in linea con le recenti direttive europee in materia di diritti umani.
Sant’Antimo, operai bengalesi denunciarono i loro “caporali”. In quattro hanno ottenuto il permesso di soggiorno
Ti potrebbe interessare
- Teleclub Awards 2025, chi sono i candidati per il mondo del sociale e come votarli
- Terra dei Fuochi, la Corte Europea dei Diritti Umani condanna l’Italia: “A rischio vita degli abitanti”
- Il 5 febbraio al Teatro Lendi di Sant’Arpino la cerimonia di premiazione con i sindaci dell’area metropolitana e le autorità civili, militari e religiose
- Pozzuoli. Sito di stoccaggio: “Nessuna garanzia che si tratti solo carta. Dubbi sul permesso”