Era diventato virale il video di Antimo Carrera, l’uomo di Sant’Antimo che si arrampicava sulla grondaia di un palazzo per raggiungere e molestare la consorte. Grazie alla denuncia di Caterina Stellato, 40enne di Frattamaggiore, ora per Carrera è arrivata la condanna sei anni e sei mesi di reclusione emessa dal tribunale di Napoli Nord per le violenze e le vessazioni inferte in queste anni.
Perseguita la moglie: condanna per Antimo Carrera
Caterina Stellato aveva avuto il coraggio di raccontare per tre ore l’inferno vissuto dentro e fuori le mura domestiche. Nella testimonianza resa lo scorso 4 giugno, Caterina ha ripercorso la sua vita caratterizzata da abusi di ogni tipo. Abusi iniziati quando aveva 15 anni (ora ne ha 40) e proseguiti ininterrottamente, anche davanti ai tre figli minori e ai familiari di lui. Ieri la seconda sezione, Collegio D, del Tribunale di Napoli Nord ha messo la parola fine a quella storia.
L’uomo che ha trasformato la sua vita in un incubo dovrà scontare sei anni e sei mesi di carcere. La vicenda di Caterina era diventata popolare grazie all’interesse di “Chi l’ha Visto” e al video diffuso in rete e registrato da una telecamere di videosorveglianza in cui, l’uomo, in preda alla rabbia, a Frattamaggiore, venne ripreso mentre tentava di arrampicarsi su una finestra dell’abitazione della donna con il chiaro intento di aggredire la consorte. Caterina trovò la forza di denunciarlo nel novembre del 2020.
Altra aggressione e denuncia
Proprio quell’episodio spinse Caterina a rendere pubblica la sua vicenda, consapevole di essere in pericolo di vita. La sentenza (letta davanti a un imponente schieramento di forze dell’ordine) è giunta dopo le arringhe dell’avvocato Andrea Coppola, legale di Caterina Stellato, e dell’avvocato Giovanna Cacciapuoti, legale dell’associazione “Salute Donna” che si è costituita parte civile. L’imputato ha ottenuto dal giudice il permesso di leggere una lettera. Ma la missiva è stata definita farneticante dai presenti. In pratica, Antimo Carrera, con le sue parole, ha ammesso di avere usato le violenze ma ha anche dichiarato di essere stato costretto ad usarle per punire le inadempienze della consorte.