Sant’Antimo, il rogo e poi gli spari: il retroscena dopo il fermo del nipote di ‘o Negus

Sant’Antimo. Un raid incendiario prima dell’agguato. E’ il retroscena che emerge dalle indagini scattate dopo l’agguato di domenica scorsa per il quale è stato fermato Giuseppe Russo, 35enne, nipote incensurato del defunto boss Francesco Verde alias ‘o Negus.

L’uomo è accusato di aver esploso i colpi d’arma da fuoco contro l’auto di un imprenditore 44enne, miracolosamente illeso nonostante si trovasse nell’abitacolo al momento del raid. Poche ore prima, nella notte tra sabato e domenica, era anche andato a fuoco un capannone della vittima a Frattamaggiore. E’ una struttura dismessa all’interno della quale c’erano soprattutto scarti di materiale tessile. Ora si dovrà accertare se c’è un collegamento tra i due episodi.

Sul caso indagano i carabinieri della locale tenenza, coordinati dalla Compagnia di Giugliano guidata dal capitano De Lise. Negli ultimi mesi resta alta l’attenzione investigativa tra Sant’Antimo e dintorni. Numerosi sono stati infatti i raid e le bombe alle attività commerciale. Dietro c’è l’ombra dello scontro tra gruppi criminali, pare in particolare per la gestione del racket.

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