Tiene banco la polemica relativa al rifiuto di Antonio Poziello, sindaco di Giugliano, di girare le riprese di Gomorra-La serie nella propria città. L’autore di Gomorra, Roberto Saviano, scrive un duro post sul suo sito personale:
“C’è sempre stata una forma di ostracismo nei confronti di Gomorra: dall’uscita del libro in poi. Tutti a dire: Napoli non è solo camorra, Saviano parla male di noi, la sua denuncia è giusta, ma non bisogna esagerare.
Ora si è arrivati al punto che è diventato difficile girare la seconda serie tv. Ci sono Comuni, come Giugliano, che si rifiutano di diventare set di se stessi.Impauriti di guardarsi nello specchio che il racconto tv gli metterebbe di fronte. Come se bastasse non vedere per cancellare il problema.
Mi dicono: “Roberto, i ragazzini della paranza criminale parlano come Jenny. Lo imitano, c’è un problema di emulazione”. Curioso rovesciamento della realtà:il gergo dei piccoli boss di Gomorra è preso (spesso letteralmente) da intercettazioni e atti giudiziari. I camorristi non parlano così perché l’hanno visto in tv: è il contrario. Parlano così in tv perché è il loro linguaggio vero.
Ora, Gomorra 2 è una serie tv, non un documentario: i set per girarla si troveranno, e della reazione del sindaco di Giugliano non meriterebbe parlare più di tanto. Preoccupa però il segnale, che non è isolato. Preoccupa l’idea che parlare della camorra possa far male all’Italia, e dunque meglio tacere.
Mi hanno stupito, e poi indignato, le reazioni alla frase – persino ovvia – di Rosy Bindi su Napoli. “La camorra è un dato costitutivo della società napoletana “, ha detto, sostenuta dal procuratore nazionale Antimafia Roberti. Le hanno falsificato la dichiarazione (“La camorra è nel Dna dei napoletani “) per poterla distruggere.
Mi ha stupito, e poi rattristato, ascoltare Renzi affermare che “è macchiettistico parlare di intere Regioni in mano alla criminalità”. E infatti nessuno si è mai sognato di farlo. Macchiettistico è descrivere così chi racconta il potere delle cosche nel Paese. È una falsificazione che nasconde la pericolosa illusione che il silenzio possa aiutarci. Ma è all’ombra, e in silenzio, che cresce invece l’Italia criminale mentre siamo lì a dirci che bisogna parlar bene dell’Italia e degli italiani”.